Nella sala delle Bandiere al Campidoglio è stata presentata la stagione 2015 che si svolgerà dal 23 giugno all’8 agosto alle Terme di Caracalla di Roma, uno dei luoghi (insieme all’Arena di Verona) più suggestivi e famosi del mondo. Erano presenti il Sindaco Ignazio Marino, il Sovrintendente del Teatro dell’Opera Carlo Fuortes, il Direttore artistico Alessio Vlad e l’Assessore alla cultura di Roma Giovanna Marinelli. Bisogna dire che ha fatto un certo effetto ritrovarsi alla presentazione della stagione di Caracalla, dopo che l’anno scorso proprio tra i ruderi dell’antica Roma sono scoppiati clamorosamente i guai che da diversi anni covavano all’interno del teatro.

 

Ma come è stata questa presentazione? Piena di luci e ombre.

 

Cominciamo dalle luci. Quest’anno la stagione è dedicata prevalentemente ai capolavori di Giacomo Puccini che, dopo Verdi, è sicuramente uno dei più rinomati compositori lirici del mondo. Vedremo quindi: Madama Butterfly, Turandot e la Bohème. Ad aprire comunque la danza (è proprio il caso di dire) sarà il Corpo di ballo del Teatro dell’Opera con Pink Floyd Ballet, affidata alla coreografia di Roland Petit. Si tratta di un capolavoro”, così recita la nota di presentazione, “che il grande coreografo francese ha creato su musiche della famosa band nel 1972”.  Un altro ritorno di altissimo livello riguarderà Roberto Bolle, considerato da molti il miglior ballerino in circolazione, che si esibirà con l’American Ballet Theatre di New York.

 

Sempre per quanto riguarda le ‘luci’ è stato ricordato che:  le repliche a Caracalla sono quasi raddoppiate nel 2014 rispetto al 2013, mentre quest’anno, considerando anche i balletti, le serate passeranno da 20 a 26; questa crescita determinerà un sostanzioso incremento degli incassi e quindi un fondamentale autofinanziamento del Teatro che contiene 4 mila posti; già l’anno scorso è stato registrato, nonostante le varie difficoltà ormai superate, un record di presenze con oltre 56 mila spettatori; l’incasso complessivo è stato di 2,3 milioni di euro (1,9 nel 2013); quest’anno la rassegna di Caracalla avrà il patrocinio dell’Expo 2015; verrà applicata una forte riduzione dei prezzi soprattutto se i biglietti verranno acquistati in abbonamento; infine, dopo tanto travaglio finalmente il bilancio del Teatro dell’Opera è tornato in pareggio.

 

Fin qui le luci, passiamo alle ombre che sono emerse quando si è passati alle domande ai giornalisti che, tra le altre cose, hanno chiesto; l’Amministrazione è disposta a farsi controllare i conti anche dalle forze sindacali in modo da evitare che si ripetano certi sprechi che hanno portato con la passata gestione a un buco di 30 milioni di euro? Per il Sindaco “il problema è stato superato con la legge Bray che ha finanziato il teatro con 25 milioni di euro e con la nuova gestione che è stata in grado di portare i conti in pareggio”. Da rilevare, sempre in base alla legge Bray, che se entro due anni i conti non saranno a posto il Teatro verrà commissariato e potrebbe anche fallire.

 

Altra domanda; visto che tutti gli organi sono scaduti a fine anno non è il caso di affrontare anche la questione del doppio in carico detenuto Fuortes che oltre ad essere il sovrintendente al Teatro dell’Opera di Roma dirige anche il Parco della musica? Sempre per il Sindaco Marino, “in un Paese in cui qualcuno ha avuto anche venti incarichi bisogna solo dire grazie a Fuortes che per mille euro ha accettato di mettere a disposizione la sua competenza per risanare il Teatro”. Va detto, per la precisione, che Fuortes esercita anche altri incarichi e che proprio lui, in passato, aveva manifestato l’intensione di non proseguire nel doppio incarico, ritenendolo evidentemente incongruente.

 

Alla domanda che senso ha presentare un cartellone senza indicare i nomi dei cantanti Fuortes ha giustificato questa anomalia col fatto che “ancora non sono stati firmati tutti i contratti che, comunque, verranno probabilmente resi noti entro un paio di settimane. In ogni caso va riconosciuto il fatto che, rispetto al passato, il nuovo cartellone è stato presentato con molto anticipo”.  C’è da rilevare, però, che all’estero i grandi teatri spesso si muovono su  una programmazione triennale. E poi, non sarebbe stato meglio aspettare la riconferma o l’eventuale nomina di un nuovo Sovrintendente per presentarsi alla stampa?

 

E’ stato poi rilevato che il corpo da ballo, che in passato è stato un fiore all’occhiello del teatro, si trova in uno stato di profondo disagio, senza un direttore e con un numero di ballerini fissi ridotto all’osso. Da parte della dirigenza è stata riconosciuta l’esistenza del problema, determinato dal fatto che molti ballerini sono andati in pensione perché raggiunti i limiti di età e che la legge Bray non consente di fare nuove assunzioni a tempo indeterminato. Inoltre, l’attuale Sovrintendente, con il mandato scaduto, non può nominare un nuovo direttore.

 

Infine, è stata sollevata l’obiezione che a Roma scenografi, registi, cantanti e altri artisti italiani praticamente non trovano più spazio. In effetti, basta una veloce lettura al cartellone per notare che la prevalenza straniera ormai assomiglia molto a quella praticata dalle squadre di calcio. Per il Direttore artistico Vlad “la questione non ha senso perché l’Opera rappresenta quello che di più internazionale esiste nell’arte”. Peccato che poi all’estero molti ragionano in un modo diverso.

 Il Sindaco di Roma Ignazio Marino