“Fra un anno, circa, verrà inaugurato il nuovo canale di Panama. Si tratta di un progetto grandioso che andrà a beneficio di tutto il commercio internazionale, nonché del nostro Paese che da 25 anni cresce a un ritmo annuo del 4-5%, salvo qualche piccola parentesi. Oltre a consentire il passaggio di navi molto più grandi, l’ampliamento del canale renderà ancora più sicuro l’attraversamento dall’Oceano Pacifico a quello Atlantico e viceversa’. A parlare è Fernando Berguido Guizado, Ambasciatore del Panama a Roma (prima di diventare diplomatico è stato per molti anni giornalista).

 

L’incontro con l’Ambasciatore è avvenuto all’Hotel NH Giustiniano di Roma nel corso dell’appuntamento mensile organizzato dal giornalista peruviano Roberto Montoya, per conto di ‘Mediatrends America Europa’ (www.mediatrendsamerica.com). Oltre alla stampa erano presenti anche diversi Ambasciatori di altri Paesi Latino Americani. Ma ripercorriamo in sintesi l’illustrazione compiuta dall’Ambasciatore Berguido.

 

Breve storia. Il canale di Panamà (Canal de Panamà) è un canale artificiale, lungo poco più di 81 chilometri che in America centrale unisce due Oceani. Quando alla fine dell’800 si iniziò a progettare la costruzione di questo canale, il Panama ancora faceva parte della Grande Colombia che, dopo aver firmato un accordo con gli Stati decise di non ratificarlo, per non cedere agli americani il diritto di gestione del canale per 100 anni. A questo punto gli USA organizzarono una sommossa a Panama che divenne una Repubblica indipendente, mentre gli USA ottennero l’affitto perpetuo della Zona del Canale.

 

I lavori iniziarono nel 1907 e finirono nel 1914 (l’anno scorso sono stati, infatti, festeggiati i 100 anni).  Il canale prevede una serie di chiuse e registra un dislivello di 28 metri. Consente un passaggio di circa 40 navi al giorno. Nel 1977 con i trattati Torrijos-Carter il Canale è passato sotto la completa giurisdizione panamense. La zona è stata dichiarata completamente neutrale e vanta una gestione integralmente autonoma, mentre gli americani si sono riservati solo il diritto di proteggere il canale in caso di occupazione da parte di un Paese straniero.

 

Considerazioni tecniche. Nel 2006 si è concluso uno studio durato cinque  anni l’ampliamento del canale. Il progetto ha un valore superiore ai 5 miliardi di dollari e darà lavoro a 36 mila persone. Dopo l’approvazione di un referendum popolare i lavori sono iniziati nel 2007 e dovrebbero terminare nella primavera del 2016. Sono previsti anche nuovi collegamenti stradali e ferroviari.

 

Il nuovo canale dovrebbe consentire entro il 2025 il raddoppio della capacità di navigazione. Il vecchio canale aveva una profondità massima di 12 m. che passerà a 18, con una larghezza che variava tra i 240 e i 300 metri nel lago Gatùn (raggiungerà presto i 420).  Per attraversarlo occorrono non meno di 8 ore.

 

L’espansione del canale è stata compiuta da un consorzio formato dalla compagnia belga Jean De Nul, dalla spagnola Sacyr Vallehermoso, dall’italiana Salini Impregilo e dalla panamense Grupo Cusa.

 

Impatto ambientale e sociale. Per l’Ambasciatore l’impatto ambientale è molto limitati in quanto avviene nell’ambito di una struttura già esistente è già protetta. Del resto la corretta gestione del territorio e delle acque, nonché la permanente riforestazione sono elementi fondamentali per la stessa sopravvivenza del canale. Gli scavi hanno, tra l’altro, consentito di fare importanti scoperte archeologiche. Il Nuovo canale dovrebbe, infine, ridurre del 30% la povertà della popolazione (che complessivamente ammonta a circa 10 milioni).

 

Sicurezza. L’Ambasciatore ha ammesso che in assoluto il canale non è difendibile da eventuali attacchi terroristici. “Tuttavia esiste una vigilanza notevole allo scopo di attenuare il più possibile ogni pericolo di aggressione”.

 

Canale alternativo in Nicaragua. Negli ultimi tempi si è parlato con insistenza di un presunto interesse dei cinesi a finanziare l’apertura di un nuovo canale in Nicaragua. Per Berguido “è poco probabile che il progetto possa essere realizzato. Innanzitutto perché non ha alcun senso aprire un nuovo canale a poca distanza uno dall’altro; inoltre, sarebbe molto più lungo di quello del Panama, e quindi più costoso e richiederebbe tempi molto lunghi di costruzione”.

 

Rapporti con l’Italia. I rapporti tra i due Paesi hanno avuto una fase di congelamento dovuto a un presunto scandalo di corruzione. Il procedimento è stato avviato dalla procura di Napoli e ha riguardato l’impresa Impregilo, nonché il faccendiere Walter Lavitola e l’ex Presidente del Panama Ricardo Martinelli. Recentemente il nuovo Presidente panamense Juan Carlos Varela ha incontrato a Roma il primo ministro italiano Matteo Renzi. “In quella circostanza”, ha dichiarato l’Ambasciatore Berguido “si è convenuto di lasciare che la giustizia faccia il suo corso ma allo stesso tempo che i due Paesi riprendano al più presto le normali relazioni economiche e politiche come, del resto, è normale e giusto che sia”.

 

  L’Ambasciatore del Panama Fernando Berguido Guizado