All’interno della splendida cornice del Centro Congressi ‘Roma Eventi’, l’Indo Italian Institute for Trade and Technology (IIITT) ha celebrato i suoi 30 anni di vita e di rapporti con l’India organizzando insieme all’Ambasciata indiana di Roma un importante Seminario incentrato sulle nuove opportunità che si stanno creando in questo gigante asiatico. All’evento hanno partecipato oltre 200 imprenditori italiani e indiani, nonché alti dirigenti pubblici arrivati appositamente da New Delhi. Da rilevare che questa speciale collaborazione tra l’Ambasciata e l’IIITT nel corso degli anni ha consentito a numerose imprese italiane di condurre in porto importanti contratti di investimento, di importazione ed esportazione, nonché la realizzazione di diverse joint ventures.

A fare gli onori di casa ci ha pensato l’Ambasciatore Basant Kumar Gupta ricordando che “L’Italia è famosa nel mondo per i suoi prodotti di alta qualità manifatturiera avanzata e di capacità artigianale; è leader a livello mondiale in numerosi settori come il tessile,  l’altamoda, il design, il fashion, la pelletteria, l’arredamento, gli articoli per la casa, le macchine agricole, la trasformazione alimentare, i prodotti ingegneristici e della difesa, il trasporto ferroviario e marittimo, l’information technology, le telecomunicazioni, l’energie rinnovabili,  la logistica integrata, il turismo d’affari ecc.. L’India, in quanto Paese in via di sviluppo, può apprendere ed essere partner con l’Italia nella condivisione delle tecnologie e delle competenze gestionali necessarie per gestire al meglio attività  commerciali, industriali, tecnologiche e biotecnologiche  di successo e non solo”.

Per Maurizio Miranda, Presidente dell’IIITT e uno dei maggiori esperti delle relazioni economiche indo-italiane, “la presenza italiana in India registra ancora livelli molto limitati rispetto alle enormi potenzialità offerte da un mercato che ha le dimensioni di un Continente. Il segreto è conoscere esattamente di cosa ha bisogno l’India, muoversi attraverso i canali giusti, avviare contatti con i singoli Stati che formano l’Unione. E non pensare di poter concludere affari in fretta. Gli indiani sono molto preparati e sanno distinguere molto bene chi ha intenzioni serie e chi, invece, pensa di fare soprattutto un viaggio turistico. Le missioni in India non vanno solo preparate nei minimi dettagli ma una volta tornati in Italia occorre mantenere e coltivare molto bene i rapporti stabiliti. Ecco perché ogni forma di assistenza deve necessariamente essere personalizzata”.

Da rilevare che l’Indo Italian Institute for Trade and Technology (IIITT) è nato nel 1985 proprio su iniziativa dell’Ambasciata dell’India in Italia, insieme alla State Bank of India, all’Air India, all’Indian Investment Centre, all’Indian Trade Center presso l’Unione Europea, al Ministero indiano del Turismo e dell’Aviazione civile, al Dipartimento del Turismo indiano, alla Trade Development Authority (ora Indian Trade Promotion Organization) e alla State Trading Corporation of India. In tutti questi anni l’Istituto si è distinto per una serie di studi di fattibilità, ricerche di mercato, missioni di operatori economici (oltre 200), convegni e dibattiti, assistenza economica, finanziaria, fiscale e doganale alle imprese italiane, nonché ricerca di partners e l’avvio di numerose iniziative culturali. Non da ultimo in questo elenco rientrano le iniziative speciali con l’ISRO, l’Indian Space Research Organization, e il varo di un’Alleanza Strategica Indo-Italiana nelle aree più avanzate per l’Economia della Conoscenza a favore delle piccole e medie imprese. L’ultima missione delll’IIITT è stata compiuta alla alla fine dell’anno scorso con i titolari e rappresentanti di aziende collegate alla Di.Mar Group, tra cui la I.P.V. (con sede a Valentano nel Lazio), la Bottega Pieffe Srl (anch’essa a Valentano), e la Cover (Teramo).

Per quanto riguarda complessivamente i rapporti tra l’India e l’Italia, attualmente operano sul mercato indiano circa 400 società italiane, di cui la circa metà è insediata con impianti produttivi e l’altra metà con uffici di rappresentanza. Attualmente il commercio bilaterale è fermo ad appena 9429 milioni di dollari USA (con le importazioni dall’Italia  ammontanti a US$ 4156 milioni e le esportazioni verso l’Italia pari a US$ 5272 milioni). L’Italia ha una quota nel totale del commercio estero indiano pari ad appena l’1,23% e risulta il 24° partner commerciale. Per quanto riguarda le nuove opportunità sono stati indicati 25 settori produttivi. 1) Agro – alimentare; 02) Aviazione civile; 03) Aviazione commerciale; 04) Assicurazioni; 05) Automobili di lusso; 06) Aviazione e difesa; 07) Biotecnologie; 08) Cemento; 09) Chimica; 10) Educazione; 11) Disegno Cad – Cam per l’elettronica manifatturiera avanzata; 12) Gemme e gioielli; 13) Information and Communication Technology – Business Process Outsourcing Sector; 14) Industria della Salute, Farmaceutica; 15) Media e industria dell’intrattenimento; 16) Metallo e minerali; 17) Petrolio e Gas; 18) Porti ed Aeroporti; 19) Power (Energia) ed Energie rinnovabili; 20) Vendite al dettaglio; 21) Strade ed Autostrade; 22) Telecomunicazioni; 23) Tessili e Tessili derivati; 24) Turismo d’affari; 25) Turismo archeologico e culturale.

Per Madan Mohan Sethi, Primo Segretario per gli Affari Commerciali e Politici dell’Ambasciata dell’India, il “Seminario sugli Investimenti e sulle Opportunità in India aveva lo scopo di informare le imprese italiane sulla politica degli investimenti esteri del Governo Indiano e sui settori dove esistono le migliori opportunità d’investimento per le aziende italiane e come mettere in contatto il sistema produttivo italiano con le aziende indiane desiderose di investire in Italia ed essere presenti sul mercato italiano”. Insieme a Madan Mohan Sethi sono intervcenuti anche Daniel Kraus (Confindustria), Antonio Fassano (Relationsatwork), Roney Simon (FICCI), Siva Kumar e Rashmi Updhaya (Pricewterhouse), Maurizio Accinni (BNL-BNP), Rana Ashutosh Kumar Singh (State Bank of India), Atul Kumar (Indian Importers Association), Giovanni Colucci (KPMG), Giuseppe Salvati (Confazienda), Francesco Rapino (D’Orsona Dolciari). All’organizzazione dell’iniziativa hano  partecipato anche Giuseppe Giannuzzi e Carla Torri  per conto dell’Ambasciata.

Dopo un pranzo a base di piatti tipici e uno spettacolo di balletto indiano si è passati alla seconda fase del Seminario caratterizzata da undici tavole rotonde che sono servite ad avviare i primi contatti tra le imprese italiane a le autorità pubbliche indiane presenti al Seminario. A sentire i diversi partecipanti a questi incontri si stanno delineando una serie di progetti che dovrebbero imprimere una svolta nei rapporti indo italiani. Inoltre, è sensazione diffusa che l’ottimo clima che si sta respirando a livello economico e commerciale potrebbe indirettamente influire anche i rapporti politici tra i due Paesi, in questo momento ostacolati dal caso Marò, i due fucilieri della marina italiana trattenuti dal febbraio del 2012 in India con l’accusa di aver ucciso su un peschereccio nello Stato del Kerala due pescatori scambiati per pirati.

 Foto: Un momento del Seminario. Riquadri: il Presidente delll’IIITT Maurizio Miranda (a sinistra ) e l’Ambasciatore dell’India Basant Kumar Gupta.   

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