Dopo la recente celebrazione a Roma dei 30 Anni di attività’ dell’Indo – Italian Institute for Trade and Technology,  presieduto da Maurizio Miranda, sotto l’egida e l’intervento dell’Ambasciatore indiano Shri Basant K. Gupta (1) un nuovo importante appuntamento  attende l’India: si svolgerà il 12 Aprile a Hannover quando il Primo Ministro dell’Unione Indiana, Narendra Modi, inaugurerà la partecipazione  indiana alla più grande fiera industriale, unitamente alla Cancelliera tedesca, Angela Merkel. In quella circostanza verrà presentato il progetto INDIA PAESE PARTNER della GERMANIA IN EUROPA. A questo incontro il Primo Ministro arriverà accompagnato da 350 imprese Indiane (in aggiunta alle 253 ospitate precedentemente a Roma).

 

La Fiera Tedesca ha già avuto in passato come Partners la Cina e la Russia e non ha indugiato ad incalzare gli indiani, sulla spinta degli investitori e delle imprese tedesche che hanno notevoli interessi in tutta l’Asia meridionale e altre aree del Continente. Per quanto riguarda specificamente l’India va registrato che la McKinsey (multinazionale di consulenza di direzione) ha previsto per il 2015 che il Pil di New Delhi dovrebbe crescere del 6,3% e, stando al Fondo Monetario internazionale, entro due anni quella indiana sarà l’economia in più rapida crescita nel mondo.

 

La ricetta di Modi è costituita da una miscela di interventi sulla liberalizzazione e semplificazione burocratica, nonché sulla seconda liberalizzazione hi-tech che punta all’ innovazione tecnologica: parliamo di internet mobile, cloud computing, pagamenti digitali, e-commerce, ma anche di genomica, fonti non convenzionali di energia (come lo shale gas) e infrastrutture di rete moderne. Tutto questo, sempre secondo la McKinsey, dovrebbe portare il Pil dell’India ad una crescita del 20-30% in dieci anni, l’equivalente a 550 miliardi di dollari in più all’anno per l’Unione Indiana: cioè, tre volte tanto il valore attuale dell’industria indiana dell’Ict.

 

In sostanza, nel corso della visita in Germania il Presidente Modi e i rappresentanti del suo governo spingeranno con i piani ‘Make in India’, ‘Skill India’ e ‘Digital India’ su una crescita economica nazionale ed internazionale basata sulla reciprocità  dei settori manifatturieri tedeschi ed indiani nei rispettivi Paesi, sulle competenze scientifiche e tecnologiche comuni legate alla ‘Economia della conoscenza’ nonché  sulle applicazioni digitali e dell’ICT: settori nei quali già si vedono  tassi di crescita molto rilevanti.

 

Il Primo Ministro indiano si tratterrà per un lungo week-end anche a Berlino e in altre città tedesche per poi proseguire verso la Francia, il Belgio e il Canada. Al suo ritorno in India incontrerà nuovamente la Merkel, che sarà  a New Dehli, per siglare altri accordi con l’India, visto che da tempo (e  silenziosamente)  il gigante tedesco ha trovato e coltivato una serie di intese sul piano tecnico, scientifico, di ricerca e sviluppo, nonché di tipo culturale, adottando una sottile strategia di espansione tangibile e intangibile.

 

Il fenomeno non riguarda tanto la lavorazione dei prodotti ma la loro concezione. Le imprese tedesche che hanno aperto centri di ricerca & sviluppo in India sono più che quintuplicate valorizzando talenti giovanili tedeschi e indiani ben collegati in Rete ed interattivi con la madrepatria. Non a caso lo scorso anno, sempre ad Hannover, parteciparono come espositori 122 aziende e 2.400 visitatori indiani. Questo dinamismo indiano su scala internazionale trova, del resto, ampio riscontro da anni in occasione dei vertici annuali di Davos in Svizzera.

 

Ma, in questo contesto, che ruolo può giocare l’Italia?

 

Secondo un’indagine condotta dall’Indo – Italian Institute for Trade and Technology  e che ha trovato ampi consensi anche da parte indiana in occasione dell’incontro di Roma, tra i settori con maggiori prospettive per le imprese italiane figurano sicuramente il fashion, l’archeologia, tutte le attività che ruotano intorno al settore museale, l’hi-tech, biotech, energie rinnovabili e le applicazioni e servizi satellitari. Da rilevare, a questo proposito, che il Governo indiano ha auspicato la costituzione di Centri permanenti di formazione indo – italiani o, ancor meglio, delle Corporate University dove il mondo accademico e imprenditoriale italiano si potrà interfacciare con quello indiano in pianta stabile leggera e continua, favorendo la crescita e la fidelizzazione delle esperienze dei giovani talenti indiani e italiani, in sintonia con le necessità delle rispettive aziende e mercati. Ed è proprio per andare incontro a quest’esigenza che l’Indo Italian Institute for Trade and Technology ha attivato la nascita dell’Indo-Italian Fashion Corporate University (I.I.F.C.U.), che si propone come strumento nodale per il ricambio generazionale in Italia, in India e altri Paesi.

Nota

(1) Punto Continenti ha seguito i lavori del trentennale dell’Indo Italian Institute for Trade and Technology  con un servizio giornalistico (http://puntocontinenti.it/?p=7353) e un video ( https://www.youtube.com/watch?v=3XJ8DgGJ3Tg&feature=youtu.be).

 Primo Ministro Indiano Narendra Modi