Vito Bruschini (autore del libro I cospiratori del Priorato)

 

Ci sono due modi per leggere l’ultima fatica letteraria dello scrittore e regista Vito Bruschini intitolata ‘I cospiratori del Priorato’: la prima è quella di considerarlo semplicemente un appassionante romanzo che ha per oggetto la lotta per il potere mondiale tra le varie congregazioni segrete. Il lettore che farà questa scelta potrà stare tranquillo: nelle sue mani troverà 384 pagine scritte con grande maestria, piene di suspence e colpi di scena, nella più classica tradizione del miglior trilling internazionale.

 

A questi lettori ci permettiamo solo di dare un semplice consiglio: per semplificare notevolmente la lettura è opportuno scrivere su un foglio in maniera separata i nomi degli appartenenti: a) al Club Bilderberg; b) al Priorato; c) alla GEA, cioè, a coloro che tentano di contrastare le due congregazioni; d) agli appartenenti alle forze di polizia. Se consideriamo, infatti, che i personaggi del libro sono una trentina e che l’autore, con un po’ di sadismo, si diverte a indicarli alternativamente per nome e cognome, non sempre risulta facile inquadrarli ad ogni nuova apparizione.

 

Ma, come abbiamo detto, c’è anche un secondo modo per leggere il libro di Bruschini, sicuramente più impegnativo ma anche molto più istruttivo. In questo caso bisogna partire dalla premessa che il libro non nasce da un semplice parto della fantasia dell’autore ma da una sua lunga esperienza in materia di logge segrete, lotte sotterranee, gruppi criminali in conflitto. Non a caso tra i suoi maggiori successi  (1) figurano pubblicazioni come l’intrigante romanzo ‘I segreti del club Bilderberg’, del quale, come si legge nella presentazione, “I cospiratori del Priorato’ rappresenta un ideale seguito”.

 

Ma cosa significa, in sostanza, leggere in modo più impegnativo il libro di Bruschini?

 

Significa confrontarsi con una realtà storica che forse è entrata nella sua ultima fase: cioè, la conquista definitiva del potere universale da parte di un ristrettissimo gruppo di persone. Fantapolitica? Forse. Rimane il fatto che già oggi è stato calcolato che una ottantina di persone hanno un reddito equivalente alla metà della popolazione mondiale; che il Grande fratello, ideato da George Orwell, è sempre meno un personaggio immaginario; che L’uomo a una dimensione, preconizzato da Herbert Marcuse, s’identifica sempre di più con l’uomo contemporaneo, appiattito su una posizione di mero consumatore e che ha come unica libertà quella di scegliere tra molti prodotti simili e spesso inutili.

 

Nel suo romanzo Bruschini fa riferimento a una serie di realtà esistenti come, ad esempio, il gruppo Bilderberg, che si è costituito nel 1954; i discussi Protocolli dei Savi di Sion; la fondazione di Tavistock, creata nel 1946 in Inghilterra e che si occupa di ‘lavaggi di cervello’; i suicidi di massa che hanno avuto un esempio concreto nel 1978 a Jonestown (Guyana); gli inquietanti incontri notturni nella foresta californiana, meglio conosciuti come ‘Bohemien Grove, ai quali hanno partecipato e partecipano esponenti governativi e massimi rappresentanti del mondo della finanza internazionale (come ha documentato un impressionante filmato del giornalista americano Alex Jones), ecc.

 

Naturalmente non sveleremo come per Bruschini finirà questa lotta per il potere universale che ormai sovrasta gli Stati, la politica e i partiti, e che ha come obiettivo finale la nascita di un governo mondiale dotato di una sola moneta a servizio del grande capitale. Il vero finale, infatti, s’identifica con  il dubbio  che il libro fatalmente lascia nella testa dei lettori: è tutto solo fantapolitica o siamo invece di fronte alla descrizione romanzata di un progetto politico terribilmente vero.

 

(1) Vito Bruschini ha pubblicato anche:

‘The Father. Il padrino dei padrini’;

‘Valanzasca. Il romanzo non autorizzato del nemico pubblico numero uno’;

‘La strage. Il romanzo di piazza Fontana’;

‘Educazione criminale. La snaguinosa storia del clan dei Marsigliesi’;

‘Romanzo mafioso’.