Alfredo Trinidad

 

E’ forse l’epoca in cui i molti politici sono diventati comici (per non dire patetici) mentre i veri comici diventano politici. Dopo Grillo in Italia un altro comico è diventato non solo un politico ma addirittura il Capo dello Stato. Parliamo di Jimmy Morales, eletto recentemente Presidente del Guatemala. Per parlare di questo ‘fenomeno’ e presentare il nuovo volto del Guatemala (uscito da un passato caratterizzato da una feroce guerra civile) abbiamo intervistato Alfredo Trinidad, ex Ambasciatore a Roma ed ex Presidente dell’Istituto Italo Latino Americano. In passato Trinidad è stato anche due volte vice Ministro degli esteri e ha occupato diversi incarichi statali e Universitari, nonché ruoli importanti in organismi internazionali coma la Fao e il Fondo Internazionale per lo sviluppo agricolo. E’ stato, poi, anche il rappresentante del Guatemala all’Expo di Milano.    

 Attualmente Trinidad è impegnato a Città del Guatemala con le riforme dello Stato nell’ambito di centri di ricerca, ordini professionali e all’interno della Piattaforma Nazionale per la riforma dello Stato, organismo promosso dalle più autorevoli Università del Guatemala. A questa Piattaforma hanno aderito le nove Università Statali del Guatemala, coordinate dal Rettore Magnifico della storica (oltre trecento anni) Università di San Carlo. In Italia Trinidad si è distinto per un grande lavoro di coordinamento tra l’Ambasciata, gli uffici consolari (anche quelli onorari) e il mondo delle imprese italiane. 

 

Nel corso della sua campagna elettore Jimmy Morales aveva lanciato lo slogan “Vi ho fatto ridere come comico, non vi farò piangere come Presente”.  Secondo lei sarà così?

 

C’è una realtà nel contesto guatemalteco chiamata ‘Rivoluzione dei cittadini’ che si è espressa nelle principali piazze dei capoluoghi di provincia, da sabato 25 Aprile 2015 fino al 29 agosto, prima del primo e del secondo turno delle elezioni e che ha provocato inizialmente le dimissioni della Vice Presidente Roxana Baldetti (8 maggio) e poi la rinuncia del Presidente Otto Pérez Molina. Tutto ciò ha innescato un processo di riforma del sistema politico. Il margine di manovra per garantire la governabilità del Presidente eletto Jimmy Morales dipende dalla sua capacità di mantenere la promesse in materia di lotta alla corruzione e all’impunità. “Né corrotto, nè ladro” è stato, infatti, uno dei suoi slogan in campagna elettorale.

 

Anche in Italia un comico, Beppe Grillo, ha rivoluzionato la politica creando il Movimento 5 Stelle che è diventato il secondo partito italiano. Secondo lei ci sono delle analogie tra le due realtà e i due personaggi?

 

L’unica somiglianza esistente è che Beppe Grillo capitalizza come Jimmy Morales il malcontento dei cittadini contro i sistemi politici esistenti. In Guatemala, al cospetto di un sistema politico dominato da gruppi illegali e apparati clandestini di sicurezza, che hanno operato come reti di scambio basati su fondi pubblici, è nato un movimento di cittadini, composto prevalentemente da giovani, in una maniera molto simile alla Primavera egiziana. Dalla rete sociale il movimento si è esteso a 22 piazze di 22 Province. Il Presidente eletto Jimmy Morales è un prodotto del movimento dei cittadini.

 

Quali sono i maggiori problemi che nei prossimi mesi il Guatemala dovrà affrontare?

 

Tra le molte sfide c’è anche la tenuta e la rappresentatività del partito del Presidente, il ‘Frente de Convergencia Nacional’, presente nel Congresso della Repubblica con soli 11 deputati in rappresentanza del 7% dei voti. Le sfide principali sono: l’approvazione del bilancio generale della Nazione (per il periodo 2016) e le riforme della legge elettorale e dei partiti politici, nonché la legge sugli appalti e sul servizio civile dello Stato.

Poi c’è la situazione riguardante il bilancio dello Stato. Il Guatemala è il paese con la tassazione più bassa dell’America Latina: 11,3 %. Inoltre, il Paese registra i peggiori livelli di sviluppo sociale; più della metà della sua popolazione (56%) vive in condizioni di povertà, il 16%  in condizioni di estrema povertà. In un certo senso, gli accordi di pacificazione nazionale hanno tracciato dei percorsi che il Paese dovrebbe seguire per superare queste condizioni, ma debbono essere assunti come impegni dello Stato.

 

Non c’è dubbio che la grande corruzione politica che ha travolto l’ex Presidente Otto Perez Molina ha favorito la vittoria del uomo venuto dal nulla. Però l’onestà è importante ma non sufficiente. Fino a che punto Morales è anche preparato?

 

Il Presidente Jimmy Morales deve confrontarsi con i processi guidati dal movimento dei cittadini. La sfida principale della società guatemalteca riguarda il cambiamento del modello di sviluppo e questo è un processo già iniziato con la Piattaforma nazionale per la riforma. Il Presidente si trova a combattere con reti di corruzione e impunità, delle quali già alcuni membri si trovano in stato di detenzione come, ad esempio, i membri appartenenti alla rete delle frodi all’Autorità Fiscale guidata dall’ex Presidente Otto Pérez Molina, dall’ex Vice Presidente Roxana Baldetti, e per altri reati dall’ex Presidente del Congresso della Repubblica, Pedro Muadi, nonché dal Segretario Generale della Presidenza, da ex Sindaci e Deputati, da funzionari e fornitori dell’Istituto di Previdenza Sociale. In ogni caso, già nella fase di transizione e ancora prima di assumere la Presidenza, sono diminuite le critiche sulla preparazione politica di Morales.

 

Nel 2012 Morales ha fatto parte, appunto, del Fronte di convergenza nazionale (Fcn), piccolo partito espressione dei veterani dell’esercito. Un settore estremista di destra, che nega la selvaggia repressione e lo sterminio dei contadini maya durante la guerra civile degli anni ’80. Questo suo passato suscita qualche perplessità in Europa. Lei cosa ne pensa?

 

Morales ha partecipato nel 2011 come candidato a Sindaco di Mixco vicino a Città del Guatemala senza riuscire a essere eletto. Nell’attuale contesa politica ha iniziato con una bassa percentuale di voti, ma la crisi del sistema politico iniziata nel mese di aprile ha dato un largo spazio all’anti-voto. Così Morales è risultato il più eletto sia nel primo turno che in occasione del ballottaggio. La percezione è che se è vero che il Fronte nazionale di convergenza è nato dall’Associazione dei Veterani militari del Guatemala (NGF) è anche vero che in passato non ha mai avuto un significativo ruolo nella politica nazionale. Il voto che ha fatto eleggere il presidente Morales è essenzialmente il voto dei giovani cresciuti al di fuori del conflitto armato. Questi giovani sono immersi in una nuova dinamica e hanno un modo diverso di vedere le cose. Inoltre, l’Esercito per la prima volta da quando è stato istituito nel 1871, è completamente assente dalla crisi politica del paese.

 

Uno dei problemi maggiori per il Guatemala è rappresentato dall’insicurezza e dalla violenza. Non c’è il pericolo che il Presidente nell’affrontare questo problema finisca per sconfinare in un nuovo autoritarismo anti democratico?

 

Non esistono più nel paese le condizioni per soluzioni autoritarie non democratiche. La questione della violenza ha diverse radici: una è legata alla struttura stessa dello Stato e al dibattito sul suo fallimento. L’altra riguarda i livelli e le condizioni di crescita del Guatemala. Inoltre, siamo un Paese di transito per il traffico della droga. La questione della violenza riguarda la responsabilità della società nel suo insieme. La violenza spinge i nostri emigranti, compresi i minorenni, a trasferirsi negli Stati Uniti d’America. In questo contesto s’inserisce positivamente il processo d’ integrazione centroamericana nell’ambito dell’accordo-quadro sulla sicurezza democratica.

 

Lei che conosce molto bene l’Italia, come vede il futuro della collaborazione imprenditoriale e commerciale tra i due Paesi?

 

Esistono due strumenti importanti: l’accordo di Associazione tra l’Unione europea e l’America centrale e la legge di riforma della cooperazione italiana, con la costituzione di un fondo per le Joint Ventures delle piccole e medie imprese e che vede l’IILA svolgere un’attività d’eccellenza. I risultati dipendono dai nostri Paesi. Nel caso del Guatemala si sta dando corso al Piano Sperimentale realizzato con i Consoli onorari. I risultati sono ancora limitati a causa della crisi dell’Unione europea e della situazione economica italiana. Ad ogni modo, l’Enel ha mantenuto, ad esempio, la sua presenza nel settore dell’energia idroelettrica. C’è, poi, un progetto di promozione delle tecnologie italiane portata avanti dall’Agenzia di cooperazione Asti con la promozione in Guatemala di iniziative nel settore del trattamento delle acque reflue, degli zuccherifici, del trattamento dei rifiuti urbani e della meccanizzazione dell’agricoltura e dell’agroalimentare. Infine, segnalo la grande attività esercitata dalla Camera di Commercio italo-guatemalteca.