Myriam Spaziani, naturopata

 

Originaria di Frosinone, madre di due figli, sociologa nonché specializzata e operante da molti anni nel settore socio santario, Myriam Spaziani attualmente vive a Formia dove gestisce uno studio di naturopatia, una disciplina che in Italia, a differenza di molti altri Paesi, si deve ancora scontrare con forti resistenze in ambito medico e di tutto il sistema sanitario. Ed è proprio per capire in cosa consistono queste resistenze siamo andati a intervistarla.

 

Come è nato il suo interessamento per la naturopatia?

 

Nasce grazie a un’esperienza che mi ha visto nella condizione di non riuscire a risolvere un problema personale con la medicina tradizionale. In sostanza, non riuscivo a capire la cause del mio malessere ma solo di attenuare i sintomi. Ho, quindi,  iniziato a esplorare il mondo della cosiddetta ‘medicina alternativa’. E il risultato si è rivelato più che soddisfacente. Da quel momento ho iniziato ad approfondire l’argomento fino a diventare io stessa una naturopata.

 

Ci può raccontare, in estrema sintesi, come è nata storicamente la naturopatia e con quali mezzi curate le varie malattie, facendo magari qualche esempio concreto?

 

I fondamenti della naturopatia o della medicina naturopatica risalgono alla fine del XIX secolo. Le prime elaborazioni sono state compiute negli Stati Uniti ma poi si sono diffuse in tutto il mondo con grande successo in Paesi come la Francia, la Germania e l’Inghilterra. Comunque, è bene precisare subito che il naturopata non cura la malattia, tanto meno fa diagnosi e terapie ma è un operatore del benessere. Tende, cioè, a ripristinare e mantenere l’equilibrio energetico della persona intesa come unità psico-fisica.

 

Cosa distingue la naturopatia dalla medicina tradizionale?

 

L’approccio è completamente diverso: quello naturopatico è un approccio integrale verso la persona mentre la medicina tradizionale è organicista, nel senso che approfondisce l’osservazione sul singolo organo e non sulla persona nel suo insieme, sul  suo passato, sulle sue difficoltà esistenziali, sulle sue relazioni, sul suo vissuto, suo stile di vita, ecc. Questo diverso approccio comporta un diverso esito nel trattamento della persona e risposte diverse della persona al trattamento. Il naturopata cerca di individuare gli altri problemi, che spesso sono nascosti ma quasi sempre sono all’origine del disturbo evidenziato.

 

Come si diventa naturopata?

 

La via canonica è il corso triennale di naturopatia presso le scuole ufficiali esistenti in Italia. Al corso triennale vanno aggiunti i vari corsi di specializzazione e un continuo aggiornamento.

 

Per molti esponenti della medicina tradizionale i vostri interventi non sono fondati scientificamente e si basano su costrutti teorici non dimostrati. Lei cosa risponde?

 

Fortunatamente nel corso degli studi regolari di naturopatia sono previsti esami di anatomia, fisiologia, patologia, chimica, biochimica, ecc. In ogni caso, abbiamo una vasta letteratura di successi ottenuti nel trattamento di diverse problematiche. E poi, il sistema sanitario italiano tende non solo a mettere in dubbio la validità della naturopatia ma anche di altre branche della medicina. In ogni caso, in diversi altri Paesi europei e negli Stati Uniti la naturopatia vien tranquillamente accettata e riconosciuta. Sono convinta che presto ciò avverrà anche in Italia.

 

In Italia la naturopatia non fa, comunque, parte del comparto sanitario e non è specificatamente normata. Tutto ciò cosa comporta, anche dal punto di vista sociale?

 

Comporta tutta una serie di ambiguità e difficoltà, non ultimo l’aspetto della non libertà di cura.

 

In conclusione, secondo lei per quali motivi sarebbe opportuno rivolgersi al neuropata?

 

Oggi non è semplice mantenere lo stato di salute in buone condizioni, riuscire a fronteggiare l’aggressività ambientale e procurarsi un’alimentazione equilibrata, nonché organizzarsi uno stile di vita che possa permettere un equilibrio psico-fisico ottimale. Il naturopata può costituire un valido sostegno per mantenere un buon equilibrio energetico o ripristinare tal equilibro qualora avesse subito un deficit.