Organizzato da Mediatrends América, all’interno dell’albergo romano Giustiniani, si è svolto un incontro per analizzare la prossima visita del Papa in Messico (dal 12 al 18 febbraio) al quale hanno partecipato, tra gli altri, l’Ambasciatore del Messico presso la Santa Sede Mariano Palacios Alcocer, la giornalista vaticanista della televisione messicana Valentina Alazraki e il rettore del Collegio Pontificio Messicano Armando Flores Navarro. Erano presenti anche numerosi esponenti del corpo diplomatico accreditato a Roma, nonché giornalisti e studiosi di questioni vaticane. A coordinare il dibattito il giornalista peruviano Roberto Montoya.

 

L’Ambasciatore Alcocer ha subito ricordato che si tratta del terzo viaggio di un Papa in Messico: per sei volte vi è stato Giovanni Paolo II e una di Benedetto XVI. Questa volta si tratterà essenzialmente di un viaggio pastorale. Da sottolineare, a questo proposito, che i  conflitti tra lo Stato e la chiesa messicana, alimentata in passato “da radicali e giacobini” e che aveva registrato dei forti contrasti ora sono stati ampiamente superati.

 

“In Messico”, ha ricordato l’Ambasciatore, “esiste una cultura cattolica profondamente popolare”. In ogni caso va sottolineato che il Messico vanta una posizione geografica e geopolitica di notevole rilievo. Non mancano, certamente, delle questioni sociali molto complesse da risolvere come, ad esempio, il fenomeno dell’emigrazione messicana negli Usa, determinata dalle enormi differenze di salari anche se, occorre ricordarlo, durante il periodo di Obama sono rientrati ben 2 milioni.

 

Ma c’è anche un problema d’immigrazione: in Messico stanno arrivando moltitudini di cittadini dell’Honduras, dal Nicaragua e da El Salvador. “Il Papa”, ha sostenuto la giornalista vaticanista della televisione messicana Valentina Alazraki, “affronterà i vari problemi tra cui la violenza che sta, comunque, diminuendo, anche se la percezione popolare è diversa”. Una diminuzione determinata anche dal fatto che gli indici di disoccupazione sono i più bassi degli ultimi anni, nonostante il notevole flusso di rientro dei messicani dagli Stati Uniti.

 

Il rettore del Collegio Pontificio Messicano Armando Flores Navarro ha poi ricordato che appena nominato il Papa è stato subito invitato a recarsi in Messico ma lui ha voluto andare prima  in Africa e Asia per rispettare gli impegni presi precedenti da Benedetto XVI. Da registrare, infine, che il Papa ha elaborato un suo personale itinerario molto diverso da quello immaginato dalle autorità messicane, tant’è che è saltata anche la visita al Congresso.