Come è realmente la situazione in Venezuela? E’ vero che si trova a un passo dal default? Come è possibile che in poco tempo si sia arrivati a questa situazione esplosiva? Con queste parole il Segretario Generale della Stampa estera a Roma, il giornalista peruviano Roberto Montoya, ha aperto l’incontro incentrato su questo grande Paese latino americano che dopo la morte del Presidente Ugo Chavez sembra aver smarrito con il suo successore Nicolas Maduro, la via dello sviluppo politico ed economico.

 

Ospite d’onere è stato Leopoldo Lopez Gil, padre del leader dell’opposizione (che porta il suo nome) e che si trova attualmente prigioniero nel carcere militare di Ramo Verde, a sessanta km. di Caracas. In sala c’erano anche Vanessa Ledezman, figlia del Sindaco di Caracas Antonio Ledezman, attualmente agli arresti domiciliari, nonché la giornalista Marinellys Tremamunno che da anni esprime la sua opposizione al Governo di Caracas, vivendo e lavorando a Roma. Per bilanciare con una visione super partes il racconto dei diversi oppositori venezuelani presenti in sala stampa, sono stati invitati anche due italiani: l’inviato speciale di politica internazionale del giornale La Repubblica Daniele Mastrogiacomo  e il docente ordinario di Diritto privato alla Luiss Francesco Di Ciommo.

 

Nella sua introduzione Mastrogiacomo  si è soffermato sullo scarso rilievo che la stampa italiana dedica non solo al Venezuela ma a tutta l’America latina. Il giornalista di Repubblica ha poi descritto la tragica situazione di povertà in cui vive attualmente il popolo venezuelano privo ormai anche dei beni di prima necessità o di alto consumo, come la birra. Per Mastrogiacomo la caduta del prezzo del Petrolio si è rivelato determinante per un’economia completamente dipendente dal greggio (il Venezuela detiene le più grandi riserve petrolifere del Mondo) e che non è stato capace di dotarsi delle necessarie infrastrutture e di un sistema industriale alternativo e competitivo. Per Mastrogiacomo bisogna anche ammettere che l’attuale Presidente Maduro non ha né il carisma né le capacità gestionali di Chavez, e questo rappresenta un altro fattore che rende sempre più precaria la situazione del Venezuela.

 

Di questa eccessiva dipendenza dal petrolio ha parlato anche il professor Ciommo. “Oggi siamo al paradosso”, ha detto,”che un Paese potenzialmente ricco come il Venezuela è costretto a mandare gli operai a casa per mancanza di sufficiente energia elettrica”. Da registrare che mentre il Pil nel periodo 2006 – 2012 era raddoppiato,  negli anni successivi si è invece dimezzato. Per Ciommo il Venezuela non si trova comunque in una situazione di default, come lo dimostra anche il suo debito pubblico, che ammonta al 53% del Pil (in Italia siamo oltre al 120%) e il Paese dispone sempre di enormi ricchezze di materie prime. Inoltre, detiene un Costituzione eccellente anche se deve affrontare un’inflazione galoppante (si parla dell’800%).

 

Di avviso contrario è Leopoldo Lopez Gil. Dopo aver assicurato sulle condizioni fisiche e morali del suo figlio Lopez Gil ha descritto la situazione del Paese che, a suo giudizio è semplicemente tragica. Lo dimostrerebbe il fatto che è diventato uno dei Paesi più pericolosi del mondo con 28 mila omicidi all’anno (secondo i dati del governo sono la metà). La gente, poi, è disperata e sfiduciata, l’estrazione de petrolio è scesa drasticamente, i debiti accumulati verso le ditte straniere (tra cui anche italiane) ammontano a oltre 30 miliardi di dollari, diverse aziende sono state espropriate, la stampa è pesantemente condizionata dall’acquisto della carta in mano al monopolio di Stato, la democrazia viene continuamente calpestata, ovunque ci sono saccheggi anche di prodotti alimentari, il consenso del presidente Maduro è sceso al 12%, la corruzione è dilagante anche da parte di un certo numero di militari, i membri della Corte Costituzionale sono quasi tutti di nomina governativa e capaci di emettere delle sentenze ai limiti dell’assurdo, tipo la revoca della richiesta di amnistia per i prigionieri politici perché “hanno diritto ad essere giudicati”.

 

Sollecitato da Punto Continenti a spiegare come è possibile che il Presidente Madure, anche se eletto direttamente dal popolo possa continuare a governare contro il Parlamento controllato dall’opposizione) e se non esistono personalità da entrambe le parti disponibili a concordare una tregua sociale nell’ambito di una fase di transizione pacifica,  Leopoldo Lopez Gil ha dichiarato: “Il Presidente dopo la recente sconfitta elettorale ha parlato della necessità di creare una Camera popolare parallela, come se l’attuale Parlamento non fosse stato eletto dal popolo. La verità è che il suo governo si sta trasformando in una tirannia. Certamente diverse persone stanno cercando in questo momento di trovare una soluzione pacifica per il Venezuela con  la possibile mediazione anche della chiesa. In ogni caso sono state raccolte un milione di firme per mandare attraverso un referendum, come previsto dalla Costituzione, Maduro a casa. Temo, però, che davanti alla totale intransigenza del Governo questa sia l’unica via praticabile”. Per la cronaca Leopoldo Lopez Gil ha in programma anche incontri con Papa Francesco e con il segretario di Stato del Vaticano Ex Nunzio Apostolico in Venezuela, Pietro Parolin.