Il Presidente della REA Antonio Diomede nel corso di una manifestazione

 

Riportiamo di seguito l’appello lanciato dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) al Parlamento, al Governo, ai Presidenti delle Regioni e ai Sindaci: “Non distruggete”, sostiene il Presidente della REA Antonio Diomede, “Radio Codogno, Tele Galileo e altre 900 emittenti locali. Per il bene del Paese aiutiamole a resistere al fallimento per l’azzeramento della pubblicità”.

 

Il Parlamento, il Governo, i Ministri dello Sviluppo Economico e del Lavoro, le Commissioni parlamentari, i Governatori delle Regioni e i Sindaci devono rendersi conto che, senza la rete di comunicazione radiotelevisiva locale, il Paese è allo sbando informativo. Devono rendersi conto che il sistema informativo italiano, grazie alla dislocazione in ogni luogo di radio e tv locali, è un modello unico al mondo proprio per il fatto che assicura, fino all’ultimo cittadino della vallata, della montagna e in ogni luogo sperduto del Paese, il necessario mezzo di comunicazione per non sentirsi abbandonato nei casi di calamità naturali. Di sentirsi confortato, assistito dalle autorità locali e dagli uomini del soccorso tramite la propria Radio Tv locale. La pubblica utilità svolta dalle emittenti locali è maggiormente venuta alla luce in questi giorni in seguito ai costanti servizi informativi effettuati dalle radio tv locali di tutta Italia “nelle proibite fasce rosse”. Ieri tale funzione fu svolta da Radio Aquila 1 durante il terremoto del 2009. L’altro ieri da Tele Pagani con l’alluvione della Valle del Sarno. Come non ricordare i soccorsi dei radioamatori (gli antenati delle locali) per l’opera svolta durante l’alluvione di Firenze del 1966, del terremoto del Belice del 1968, del terribile terremoto dell’Irpinia del 1980. Non voglia la natura riproporci la tragedia dell’Irpinia senza la presenza delle emittenti locali sul territorio. Non c’è Rete nazionale che possa essere più essenziale della più piccola emittente locale presente sul territorio! E’ paradossale, ma in tali drammatiche circostanze, è l’emittente più piccola ad essere più efficace per la semplice ragione che riesce ad intervenire con maggiore rapidità per i mezzi di trasmissione già presenti sul posto. Lo sanno i Sindaci, la Protezione Civile, la Croce Rossa e le Forze dell’ordine quando si tratta di mantenere la comunicazione con le popolazioni colpite da alluvioni e terremoti.

Non distruggete le 900 silenziose, ma operose Radio TV locali come Radio Codogno e Tele Galileo per l’importante servizio di pubblica utilità che svolgono. Per il bene del Paese aiutiamole a resistere al fallimento per l’azzeramento della pubblicità. L’ITALIA HA UNA RETE DI COMUNICAZIONE LOCALE UNICA AL MONDO, non distruggiamola come si è fatto con le piccole imprese artigiane! Nei prossimi giorni ci auguriamo venga emanato il decreto Sostegno riservato alle famiglie e a quelle piccole e medie imprese come le emittenti locali che non riescono a ripartire per il lavoro perduto. Il Governo provveda a erogare alle piccole e medie emittenti locali, escluse dal contributo del decreto legge 34/20 o che hanno preso somme insignificanti, un congruo bonus pari al 90% delle spese di esercizio iscritte a bilancio nel 2019. Si riveda con urgenza il DPR 146/17 che assegna il 95% dell’85% del fondo del Pluralismo alle prime 100 emittenti televisive in graduatoria SICEM lasciando fallire le altre 900 radiotv locali. Anche quel 15% assegnato alle radio è assolutamente insufficiente ed andrebbe innalzato al 30% del fondo per affrontare il cambiamento tecnologico del DAB+. Tutto questo per non parlare della radio e tv comunitarie del sociale e del volontariato.

Pensiamoci oggi per conservare tale prezioso patrimonio nazionale per non piangere domani quando le vedremo distrutte. Lei Presidente Draghi, Lei Ministro Giorgetti, Voi Parlamentari, Governatori e Sindaci tutti avete questa pesante responsabilità morale di fronte alla Nazione. Quel DPR 146/17 sta UCCIDENDO la piccola e media emittenza locale. Subito la sua revisione! Non c’è tempo da perdere. Se lo Stato ci aiuta possiamo farcela. Nonostante tutto confidiamo ancora nella funzione dello Stato per la corretta applicazione delle libertà democratiche sancite dalla Costituzione. Saremo grati a quelle forze politiche che accoglieranno il nostro appello. Ci ricorderemo degli agnostici e dei sordi. Ringraziamenti per tutto ciò che farete.