(Foto: Rio de Janeiro, Brasile)

Prosegue l’indagine di REA INTERNATIONAL e del Circuito delle 100 Radio, sulle reali motivazione dei singoli Paesi in occasione della votazione all’ONU sulla mozione di condanna della Russia per l’invasione dell’Ucraina. In questa puntata parliamo di cinque Paesi che hanno condannato la Russia (l’elenco dei Paesi esaminati precedentemente si può trovare a fondo pagina). Complessivamente 141 Stati hanno votato a favore, 34 si sono astenuti, 13 non hanno votato e solo 5 si sono opposti alla condanna. 

HAITI

Nel quadro della nuova geopolitica mondiale parliamo questa volta di Haiti che in occasione del voto all’ONU sul conflitto in Ucraina ha condannato l’aggressione russa.

Cosa dire di questo Paese di 11 milioni di abitanti e che insieme alla Repubblica Domenicana fa parte, nel mare dei Caraibi, dell’isola conosciuta come Hispaniola?

Che si tratta di uno dei Paesi più martoriati del mondo dal punto di vista sociale, economico, climatico e, soprattutto, politico. L’ultimo dei tragici eventi politici è avvenuto il 7 luglio del 2021 quando è stato assassinato il Presidente Jovenel Moise. Questa uccisione ha rafforzato ulteriormente il dominio delle bande criminali autori, tra l’altro, del rapimento di un gruppo di missionari.

Del resto è la stessa vita quotidiana di Haiti a testimoniare che le autorità della capitale Port-au-Prince sono del tutto impotenti a fronteggiare i soprusi delle varie bande che tassano la popolazione, impongono il coprifuoco e minacciano i funzionari pubblici.

Per molti osservatori Haiti può essere considerato ormai uno Sato semi fallito. Ma il problema ha origini lontane. Praticamente sin dalla sua indipendenza dalla Francia (avvenuta nel 1804), Haiti ha sempre vissuto una situazione di profonda turbolenza. Creata da discendenti degli schiavi guidati dal mitico eroe nazionale Toussaint Louverture, la Repubblica nera di Haiti si proponeva come modello per altri movimenti rivoluzionari in America Latina e in Africa. Ma non è andata così.

Sin da subito la Repubblica è stata vittima di povertà estrema, di colpi di Stato in continuazione, di massacri e conflitti, di uragani e terremoti (l’ultimo è avvenuto il 14 agosto del 2021): tutte condizione che non consentono un normale  processo di sviluppo. Ed è proprio per difendersi da un vicino così pericoloso che la Repubblica Domenica si è vista costretta a costruire addirittura un muro divisorio di quasi 400 chilometri.

L’attuale Presidente ad interim dell’Haiti è Ariel Henry. In precedenza abbiamo avuto dittatori sanguinari come i Duvalier (padre e figlio) che si sono affidati alla feroce polizia conosciuta come i Tonton Macoutes. Agli inizi degli anni novanta c’è stata, è vero, una parentesi rasserenante con il carismatico leader Jean Bertrand Aristide. Ma, come detto, è stata solo una parentesi.

Per quanto riguarda l’aiuto italiano, ovviamente esso è tutto concentrato sugli aiuti umanitari. Ad Haiti operano diverse ONG, associazioni e fondazioni italiane. ActionAid, ad esempio, è presente ad Haiti dal 1997 e sinora ha realizzato 16 progetti sostenendo a distanza quasi due mila bambini e tre mila donne. 

HONDURAS

Nel quadro della nuova geopolitica mondiale parliamo questa volta di un Paese dell’America Centrale, l’Honduras, che in occasione del voto all’ONU sul conflitto in Ucraina ha condannato l’aggressione russa.

Una delle grandi sorprese politiche in America Latina è stata sicuramente la vittoria in Honduras, nel gennaio, del 2022 di Xiomara Castro. Chiariamo subito, il nome non indica alcuna parentela con i Castro che hanno fatto la rivoluzione cubana. Qualche analogia c’è invece sul piano politico: la candidata del partito di sinistra Libre (il Partito Libertad y Refundacion) ha scalzato dodici anni di governo dei conservatori. 

Moglie dell’ex Presidente Manuel Zelaya, vittima di un colpo di Stato, Xiomara Castro si propone di aggiustare un Paese travolto dalla povertà, dalla corruzione e dalla criminalità:  l’Honduras viene considerato, infatti, uno dei Paesi più violenti delle Americhe e uno dei più pericolosi del mondo con un intenso traffico di droga.

Scoperto da Colombo nel 1502, l’Honduras è diventato indipendente dalla Spagna nel 1821 facendo parte inizialmente delle Province Unite dell’America Centrale, insieme a Messico e tutti gli altri Paese dell’area. 

Per problemi legati all’immigrazione, nel 1969 l’Honduras affrontò una brevissima guerra con il confinante El Salvador. Seguirono anni di grande instabilità politica, colpi militari, massacri, profonde crisi economiche, uragani, emigrazioni di massa con esodi massicci di giovani.

Sul piano della cooperazione tra l’Italia e l’Honduras va segnalata un’interessante iniziativa portata avanti dall’IILA, l’Organizzazione Internazionale Italo Latino Americana con sede a Roma. Si tratta di un articolato progetto curato da Esperanza Anzola, ricercatrice impegnata nel sociale e che sta portando avanti un progetto di formazione delle donne in Honduras (lo stesso avviene anche in El Salvador).

Dal canto suo la Cooperazione Italiana contribuisce in Honduras alla conservazione delle risorse naturali e dell’ambiente, nonché alla promozione dello sviluppo sostenibile, valorizzando le risorse naturali, gli ecosistemi, la biodiversità e la ricerca scientifica.

PANAMA

Il Panama è famoso nel mondo soprattutto per il suo canale che divide l’oceano Atlantico dall’Oceano Pacifico. È stato inaugurato nel 1914 e affidato inizialmente agli Stati Uniti a tempo indeterminato. A seguito del trattato Torrijos-Carter siglato nel 1977, ventitré anni dopo nel 2000 il Canale è stato messo interamente sotto la giurisdizione di Panama, anche se gli Stati Uniti si sono riservati il diritto di intervenire militarmente qualora avvenissero dei fatti minacciosi per gli interessi americani.

Scoperto da Colombo nel 1502, il Panama è diventato indipendente nel 1821 unendosi alla Colombia di Simon Bolivar: insieme i due Paesi hanno formato la Grande Colombia. L’indipendenza completa è arrivata, invece,  il 3 novembre del 1903.

Sul piano economico, la principale risorsa del Panama rappresenta sicuramente il canale, anche se il settore terziario è abbastanza sviluppato, soprattutto nell’ambito del settore bancario, del commercio e del turismo.

Ci sono poi cospicue facilitazioni sindacali e fiscali: non è un caso, infatti, che la marina battente bandiera panamense è di gran lunga la maggiore del mondo anche se composta da navi di armatori stranieri ai quali questa bandiera fa da ombra.

L’attuale Presidente Laurentino Cortizo del Partito Rivoluzionario Democratico è abbastanza impegnato a sviluppare e ammodernare l’industria manifatturiera. In questo campo si prospettano ottime possibilità per le industrie italiane. Lo stesso si può dire per quanto riguarda il settore del restauro, uno dei campi maggiormente rappresentativi dell’eccellenza italiana a livello mondiale. Tra i due Paesi è stato siglato, tra l’altro, un importante Accordo di Cooperazione Culturale e Scientifica. Da rilevare, infine, che l’Italia, attraverso la società Salini, insieme a spagnoli, belgi e una società locale,  ha partecipato da protagonista negli anni scorsi all’ampliamento del canale di Panama, nell’ambito del Consorzio Gruppo Unidos por el Canal.

ARGENTINA

Si calcola che dei 45 milioni di abitanti di questo Paese uno su quattro sia discendenza italiana. Il grande scrittore Luis Borges arrivò a dichiarare che gli argentini sono italiani che parlano spagnolo e si credono inglesi.

Purtroppo se cent’anni fa l’Argentina era uno degli Stati

più ricchi del Mondo, da molti anni il Paese è costretto a vivere con un’inflazione galoppante, una moneta estremamente debole, una povertà cronica, un debito estero che continuamente rischia di mandare il Paese in default.

Scoperta e colonizzata dagli spagnoli, l’Argentina è diventata indipendente nel 1816.  Dopo la seconda guerra mondiale è salito democraticamente al potere il generale Juan Peron: lui e la sua idolatrata moglie Evita lasciarono nel bene e nel male un segno indelebile nella storia argentina. In seguito il Paese sprofonderà in una delle sue pagine più buie, legata alla feroce dittatura militare iniziata nel 1976. La democrazia è stata ripristinata sette anni dopo, nel 1983, con il Governo di Raul Alfonsin.

L’attuale Presidente è il peronista Alberto Fernandez. Recentemente l’Argentina è riuscita a ristrutturare il suo debito con il Fondo monetario internazionale legato a un prestito di 57 miliardi dollari concesso al Paese nel 2018. Da registrare che dal 1980 l’Argentina ha sospeso per ben cinque volte il pagamento del debito estero (nessun altro Paese del mondo ha fatto tanto).

Duramente colpita dal coronavirus, paradossalmente la crisi russo ucraina potrebbe rappresentare una grande boccata d’ossigeno, soprattutto per le esportazioni argentine di soia e altri prodotti agricoli.

Con l’ Argentina l’Italia vanta un’attiva collaborazione in tutti i settori. Entrambi i Paesi sono, inoltre, impegnati a rilanciare il dialogo tra l’Unione Europea e il Mercosur, il mercato comune dell’America Meridionale.  Le voci principali delle esportazioni italiane riguardano macchinari, prodotti farmaceutici, apparecchi elettrici, prodotti chimici e materie plastiche, mentre le importazioni italiane si riferiscono soprattutto a prodotti agricoli, oli, grassi vegetali e animali. Attualmente ci sono oltre 250 le aziende italiane presenti in Argentina. Secondo gli esperti, buone prospettive di investimenti si presentano, ad esempio, nei settori  delle rinnovabili.

BRASILE

Parliamo del Brasile, quinto Paese più grande e popolato del mondo. Un paese particolarmente vicino all’Italia per storia, relazioni culturali e appartenenza. Su 200milioni di abitanti, ben 30 milioni sono di origine italiana. Il Brasile è l’unico Paese dell’America Latina dove non si parla lo spagnolo ma il portoghese. A scoprirlo è stato, infatti, il grande navigatore portoghese Pedro Alvarez Cabral, il 22 aprile del 1500.

Colonizzata dai portoghesi, nel 1808 è arrivata in Brasile la casa regnante di Lisbona, costretta a fuggire da Napoleone Bonaparte in guerra con il Portogallo. L’indipendenza è stata raggiunta il 7 settembre del 1822. Nel 1889, a seguito di un colpo di Stato il Brasile è diventato una Repubblica.

La storia più recente è caratterizzata da grandi sviluppi ma anche momenti di alta tensione, tra cui l’epoca di Getulio Vargas, Presidente per ben tre volte, salito al potere nel 1931 ma portato al suicidio nel 1954. Dieci anni dopo, nel 1964, è iniziata la lunga e dura dittatura militare finita solo nel 1984.

L’attuale Presidente è Jair Bolsonaro, uomo di centro destra, eletto nel 2019 e candidato alla rielezione il 2 ottobre del 2022. Il suo principale oppositore è Inacio Lula Da Silva, meglio conosciuto come Lula, già Presidente due volte nel 2002 e nel 2006. Incarcerato, e poi scarcerato con l’accusa di corruzione, Lula per la sinistra brasiliana rappresenta un autentico mito. In ogni caso, secondo gli esperti, le prossime presidenziali brasiliane saranno le più polarizzate della storia del Brasile.

Membro del G20, l’economia del Brasile figura tra le dieci più sviluppate del mondo, anche se permangono profonde disuguaglianze sociali. Aziende come Embraer (impegnata nell’aeronautica civile), Petrobras (petrolio), JBS (lavorazione della carne) o Vale S.A. (minerali di ferro) hanno tutte una dimensione mondiale. Il Brasile, poi, è ricchissimo di materie prime, di petrolio, rame, oro, bauxite, ecc. Inoltre, è uno dei più grandi produttori mondiali di caffè, zucchero, tabacco, bibite non alcoliche, frutta, proteine animali, etanolo e così via. In grande espansione si trova anche il settore terziario.

Per quanto riguarda i rapporti con l’Italia, in Brasile si trovano aziende del calibro di Fiat, Pirelli, Tim, Techint, Campari, ecc. nonché molte piccole e medie industrie.

Altro dato importante: dopo vent’anni di negoziati, finalmente è stato raggiunto nel 2019 un accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e il Mercosur (il mercato comune dell’America meridionale). Ebbene, grazie a questo accordo, (attualmente in attesa di ratifica), sarà più facile fare affari con il Brasile, grazie sia alla progressiva eliminazione dei dazi sul 91% dei beni esportati, sia alla semplificazione delle procedure, anche in tema di investimenti e appalti pubblici.

PUNTATE PRECEDENTI

Puntata n.1 (http://puntocontinenti.it/?p=19857) – Bielorussia, Corea del Nord, Siria, Eritrea

Puntata n.2 (http://puntocontinenti.it/?p=19877) – Cina, Cuba, India, Iraq, Iran

Puntata n.3 (http://puntocontinenti.it/?p=19916) – Algeria, Sud Africa, Vietnam, Pakistan, Bolivia 

Puntata n.4  (http://puntocontinenti.it/?p=19986) – Kasakistan, Mozambico, Angola, Congo e Sudan

Puntata n.5 ( http://puntocontinenti.it/?p=20025) – El Salvador, Mali, Armenia, Uganda

Puntata n.6 (http://puntocontinenti.it/?p=20064) – Sri Lanka, Senegal, Bangladesh, Sud Sudan e Tanzania.

Puntata n. 7 (http://puntocontinenti.it/?p=20080– Laos, Khirghizistan, Zimbabwe, Burundi e Madagascar

Puntata n. 8 http://puntocontinenti.it/?p=20117 ) – Mongolia, Namibia, Nicaragua, Repubblica Centrafricana e Tagikistan

Puntata n.9 ( http://puntocontinenti.it/?p=20188 ) – Azerbaigian, Burkina Faso, Camerun, Etiopia

Puntata n.10 ( http://puntocontinenti.it/?p=20213 )- Guinea, Guinea Bissao, Guinea Equatoriale Marocco

Puntata n.11 (Eswatini, Togo, Turkmenistan, Venezuela)

Puntata n.12 (Messico, Ecuador, Costa Rica, Rpubblica Domenicana e Guatemala).

REA International fa riferimento alla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) e al Circuito delle 100 Radio                                                                                                                                       

Consulenza scientifica: UNIPACE (Università Internazionale per la Pace) dell’ONU – Sede di Roma

Videoclip del Movimento Tutela Sociale La Nuova Era Sociale