Del progetto ‘Turismo delle Radici’, che intende stimolare milioni di italiani residenti all’estero a passare le prossime vacanze in Italia, Punto Continenti si è già occupato recentemente, pubblicando le durissime critiche mosse da un gruppo di parlamentari in Commissioni Affari Esteri della Camera (vedere http://puntocontinenti.it/?p=23084 ) Oggi torniamo sull’argomento intervistando Fabio Porta, deputato eletto nella Circoscrizione Estero e uno dei principali promotori di un’iniziativa che a livello di base (operatori turistici, ristoratori, albergatori) riscuote un notevole interesse ma, purtroppo e inspiegabilmente,  a libello politico e burocratico ancora stenta a partire. Ma sentiamo cosa ci può dire l’on. Porta.

In che misura a questo Progetto partecipano le autorità locali come, ad esempio, le Regioni e i Comuni?

Parte dei venti milioni destinati dal Ministero degli Affari Esteri al “turismo delle radici” sono stati destinati alle Regioni, che a loro volta tramite un apposito bando li hanno destinato a singoli progetti (uno per regione) presentati da associazioni del territorio.   Un successivo bando è stato destinato ai piccoli comuni.   Entrambi i bandi sono conclusi e siamo ancora in attesa dell’inizio dei progetti.

Quali vantaggi s’intende offrire ai milioni di italiani che vivono all’estero e che potrebbero essere interessati a venire in Italia?

Pochi e poco chiari i vantaggi offerti agli italiani all’estero dal progetto; unico vantaggio concreto sembrerebbe fino ad ora quello offerto da Trenitalia agli iscritti AIRE: peccato che il turismo delle radici dovrebbe rivolgersi agli italo-discendenti, che sono 80 milioni dei quali la stragrande maggioranza non è iscritta all’AIRE, (l’anagrafe degli italiani residenti all’estero)  perché non in possesso di cittadinanza italiana.

Il Progetto riguarda solo il turismo o anche il rientro definitivo in Italia?

Il progetto non si rivolge se non in maniera indiretta a coloro che vogliano stabilirsi in Italia in maniera permanente; a queste persone è invece rivolto un mio progetto di legge che prevede la concessione di un visto di 5 anni a tutti coloro che per motivi di studio o lavoro decidano di scegliere l’Italia per un insediamento stabile nei prossimi anni.

Per chi esercita un’attività commerciale (alberghi, ristoranti, agenzie di turismo) e volesse partecipare a questo programma offrendo particolari incentivi o sconti come si deve comportare, a chi si deve rivolgere? Dovrebbero rivolgersi ai coordinatori regionali da oltre un anno contrattati dal MAECI proprio per occuparsi di questo progetto; dico “dovrebbero” poiché fino ad adesso non è chiara la loro funzione né l’effettivo raccordo di queste figure con le realtà economiche e produttive dei loro territo