Ex Presidente del COMITES (il Comitato degli Italiani all’Estero) Alessandro Maggi  abita in Uruguay a Colonia del Sacaramento dove dirige il Patronato INAS, nonché l’autorevole programma radiofonico ‘Italia per tutti’ , che sta festeggiando il suo secondo anniversario. Il programma è seguito con particolare attenzione dalla folta comunità italiana in Uruguay, avendo ospitato numerose e importanti personalità, oltre a mettere in onda tanta musica italiana di ogni genere. Ormai Maggi rappresenta un preciso punto di riferimento all’interno dell’Uruguay, come sostenuto anche da EL ECO de Colonia, principale quotidiano online dell’antica città uruguaiana, diretta dall noto giornalista ’italo-uruguaiano Daniele Rosselli. Di seguito riportiamo l’intervista che Alessandro Maggi ha rilasciato proprio a El Eco di Colonia.

(Foto: Nel riquadro Allessando Maggi sullo sfondo di Colonia del Sacramento).

Come e perché è stato creato questo programma?

Il programma radiofonico “Italia Per Tutti, A Necessary Space” (IPT) nasce come dice il nostro slogan, da un’esigenza di maggiore comunicazione all’interno della comunità italiana. Un’esigenza avvertita non solo dal dipartimento di Colonia ma da tutto l’Uruguay. Insieme a Pablo Revetria nella produzione e nella messa in onda, siamo andati nell’etere e nel coso degli ultimi due anni siamo stati presenti ininterrottamente ogni sabato, dalle 11:00 alle 12:00 su Claridad FM, 90.9 a Colonia. Ovviamente amiamo fare radio e siamo uniti da una visione comune del mondo in cui viviamo. In passato avevo avuto qualche esperienza radiofonica a Montevideo mentre studiavo comunicazione all’Università, mentre Pablo ha un ottimo track record in radio. Quando le condizioni ce lo hanno permesso abbiamo iniziato a lavorare con la radio. Era un sabato, il 14 maggio 2022.

Qual è il profilo del vostro programma?

Siamo molto determinati nella difesa dei diritti dei cittadini italiani e dei discendenti italiani, dando voce alle rivendicazioni della comunità. Inoltre, cerchiamo di diffondere la ricchezza culturale italiana nelle sue diverse sfaccettature. Mi riferico alla musica, alla letteratura, alla cucina, alla storia e, soprattutto, alle storie di vita degli immigrati. Ci occupiamo, inoltre, di tutte le problematiche relative agli italiani che vivono all’estero. Siamo, comunque, un programma indipendente.

Come vi mantenete finanziariamente?

Ci finanziamo grazie alla vendita della pubblicità. La stragrande maggioranza dei nostri inserzionisti sono commercianti di origine italiana di Colonia. Con più di 25 anni di lavoro all’interno delle diverse istituzioni italiane in Uruguay possiamo affermare di conoscere bene le diverse realtà e sappiamo di cosa parliamo quando affrontiamo un argomento alla radio. Abbiamo, ad esempio, svolto un ruolo importante quando la testata italiana che pubblicava in Uruguay “Gente D’Italia” è stata praticamente “censurata” e ha smesso di ricevere finanziamenti dallo Stato italiano e, quindi, è stata costretta a sospendere la pubblicazione.

In quella circostanza abbiamo ritenuto importante prendere posizione in difesa di un mezzo mediatico ingiustamente condannato. È stato un momento di divisione, causato dalla maggioranza dei Com.it.es (il Comitato degli italiani all’estero), con l’avallo del precedente Ambasciatore italiano. Su questo tema in Italia è stato avviato un processo pubblico.

Altro momento importante lo abbiamo vissuto nel corso del mese della memoria. Mi riferisco alle questioni legate al terrorismo di Stato, alle violazioni dei diritti umani avvenute in Uruguay e nel Cono Sud negli anni della dittatura civile-militare e del Piano Condor, allo sterminio degli oppositori dei regimi fascisti, alla tortura, al carcere, all’esilio, ai rapimenti e alle sparizioni forzate di bambini, ecc.

Mi fa piacere ricordare che nel 2015 in Italia è stato avviato a Roma il processo del Piano Condor, dove sono stati finalmente processati decine di militari, tra cui l’ex marinaio uruguaiano (latitante per la giustizia uruguaiana) Nestor Troccoli, accusato di sequestro di persona, omicidio e scomparsa di cittadini italiani. La memoria, la verità, la giustizia e la conoscenza dei fatti da parte delle nuove generazioni sono elementi essenziali affinché non ci sia mai più un terrorismo di Stato in Uruguay. Le conseguenze di quell’orrore sono ancora molto vive anche nella mia famiglia…

Quali sono gli obiettivi che vi proponete di raggiungere ogni volta che andate in onda?

Cerchiamo di comunicare i nostri messaggi, la nostra visione dei temi attraverso un’intervista centrale, integrata da approfondimenti, editoriali e dalla splendida musica italiana. Abbiamo anche introdotto una lotteria mensile con premi riservati ai nostri collaboratori, iniziativa che è stata molto apprezzata dai follower e dal pubblico.

Al nostro programma hanno partecipato diversi editorialisti e leader storici della comunità italiana come, ad esempio, Filomena Narducci, il dottor Gianni Raso, il Rappresentante italiano eletto per il Sud America, Fabio Porta. Da precisare che tutti i presidenti delle associazioni italiane del  dipartimento di Colonia fanno uno sforzo enorme per mantenere in ogni circostanza l’italianità. Mi riferisco all’attuale Capo della Cancelleria Consolare dell’Ambasciata d’Italia, Dott.ssa Alessandra Crugnol, alla Direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura, Dott.ssa Silvia Merli, ai Presidenti delle principali associazioni italiane di Montevideo e dell’Interno, a tutti i Coordinatori dei consigli esistenti in Uruguay INAS, INCA e ACLI e tanti altri.  

Ricordo, inoltre, che abbiamo avuto come editorialista ospite il professore di storia e scrittore Sebastián Rivero di Colón, recentemente premiato dal MEC. In ogni caso, la radio ha sempre dato molta importanza alle celebrazioni nazionali italiane e ai diversi eventi specifici che accadono in Italia attraverso un regolare contatto con il giornalista italo-argentino Gustavo Claros di Padova in Italia. Manteniamo, inoltre, un rapporto di corrispondenza reciproca con REA International, la Rete delle piccole Radio e televisioni private europee associate, coordinata per quanto riguarda i rapporti con l’estero dal giornalista italiano Prof. Rainero Schembri, docente dell’Università per la Pace di Roma. La REA ci trasmette anche dei notiziari italo-latinoamericani in italiano con scadenza mensile pubblicati sul portale www.puntocontinenti.it. Infine, abbiamo trasmesso interi programmi dedicati ai principali cantautori italiani e dato ampio spazio al celebre Festival della Canzone Italiana di San Remo.

Cosa significa aver completato i primi due anni di programma?

La permanenza in onda di un programma indipendente, che si autofinanzia e che ha una nicchia di pubblico molto specifica (pur essendo un programma di interesse generale, si rivolge principalmente agli italiani, ai discendenti italiani e agli amanti della cultura italiana) è senza dubbio un risultato molto importante. Del resto siamo tra i pochi a fare questo tipo di trasmissione in Uruguay.

Quali sono gli ostacoli più difficili da superare?

La cosa più difficile è pensare e migliorare i contenuti settimana dopo settimana, cercando di suscitare interesse nel pubblico. Sono evidenti anche i limiti dei mezzi radiofonici all’interno del Paese. Noi viviamo del programma e gli dedichiamo sempre più tempo. Gestire i social network ci è sicuramente costato molto, anche se abbiamo migliaia di follower e carichiamo tutti i podcast del nostro programma su IVoox (piattaforma leader dei podcast in spagnolo).

Quale è stato, comunque, il principale risultato raggiunto e cosa vi proponete ancora di realizzare?

Il risultato principale è che oggi nella comunità italiana si sente cla presenza nell’aria c’è una nuova voce che prende posizione su ciò che accade e dove tutti i cittadini onesti possono farsi sentire. Quello che è certo è che diamo il microfono a persone senza scrupoli che, purtroppo, in passato hanno utilizzato la comunità a proprio vantaggio, e ancor meno a chi ha utilizzato le istituzioni di rappresentanza di tutti, come Com.it.es e CGIE, per impegnarsi in azioni di parte politica in Uruguay. Noi difendiamo i valori che ci hanno lasciato i nostri genitori, nonni e bisnonni: valori collegati al lavoro, all’onestà e soprattutto alla costruzione. In ogni caso abbiamo dato senza mai pretendere  nulla in cambio. Complessivamente ci sentiamo profondamente solidali. Il nostro obiettivo futuro è avere un sito web integrato dalle attrezzature necessarie per trasmettere direttamente dall’estero.

In conclusione, quali sono state le interviste che vi hanno colpito maggiormente?

Tra le interviste più significative segnaliamo senza dubbio quella realizzata  da noi in esclusiva per una stazione radio di Colonia, al Capitano Giuseppe Lai, della nave scuola italiana Amerigo Vespucci, recentemente arrivata in Uruguay dopo 70 anni. Si tratta, come è noto, di un gioiello itinerante italiano. Di rilievo è stato anche il programma dedicato alla Giornata dell’Immigrato Italiano in Uruguay, nonché le decine di interviste fatte a diversi discendenti di italiani del Dipartimento di Colonia, nell’ambito del ciclo ‘Storie di Immigrazione’.

Infine, mi fa piacere ricordare la legge 20.059, che ha decrettoa il 23 novembre la Giornata dell’Immigrato Italiano in Uruguay. E’ stata un’iniziativa promossa dalla Società Italiana di Colonia, che la ideò e la portò in Parlamento attraverso il deputato Enzo Malan con il sostegno dei Com.it.es dell’epoca e dell’Ambasciata Italiana. Il Parlamento uruguaiano ha ritardato la sua approvazione per oltre 5 anni. Grazie a questa legge oggi l’Uruguay, come l’Argentina e il Brasile, celebra con un suo giorno tutti gli immigrati italiani arrivati ​​in queste terre. Concludo segnalando anche i ricordi dedicati da Silvia Bellizzi (sorella di uno dei 200 uruguayani vittime di sparizione forzata negli anni della dittatura), alle Madri e parenti dei detenuti scomparsi, nonché  alla sua madre Marietta in prossimità della Marcia del silenzio commemorata sempre il 20 maggio.

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EL ECO ha consultato Alessandro Maggi anche sulle difficoltà che alcuni discendenti di italiani incontrano nell’ottenere la cittadinanza. Su questo argomento Maggi ha sostenuto: “Oggi la principale difficoltà per i discendenti italiani è ottenere un appuntamento online attraverso il portale di prenotazione ‘Prenotami’ dell’Ambasciata italiana, dedicato a chi intende avere il riconoscimento della cittadinanza italiana. Solo attraverso questo appuntamento è possibile presentare la necessaria documentazione presso la Cancelleria Consolare dell’Ambasciata d’Italia a Montevideo”. Maggi ha poi sottolineato che “purtroppo si tratta di un diritto negato o meglio molto ritardato, a causa della mancanza di personale nella Cancelleria consolare dell’Ambasciata italiana. È molto difficile per il personale dei consolati garantire più turni al mese. L’Italia ha in Uruguay una nuova sede consolare costata 2 milioni di euro che, tuttavia, è sprovvista di un numero adeguato di persone in grado di far fronte alla grande richiesta di cittadinanza italiana: è bene ricordare che il 40 per cento della popolazione dell’Uruguay è di origine italiana. Nella sostanza, ci sono moltissime difficoltà a fornire i necessari servizi consolari agli oltre 140.000 cittadini italiani presenti nel Paese”.

Per quanto riguarda, invece, il bisogno di lavorare, Alessandro Maggi ha osservato : “Si tratta senza dubbio di una delle richieste principali formulate continuamente al Consiglio di Amministrazione dell’Inas di Colonia. Molti vogliono emigrare in Europa per lavorare, altri per garantire un futuro migliore ai loro figli. Altri ancora, per lavorare durante le ferie approfittando delle opportunità offerte da Paesi come la Nuova Zelanda o l’Australia. È molto comune che i giovani del Dipartimento di Colonia lavorino nelle aziende lattiero-casearie o nei campi. Altri sperano di ottenere borse di studio universitarie nei Paesi europei”.

E se rispetto a tutte queste difficoltà non si vedono ancora miglioramenti, per Maggi “la buona notizia è che dal mese di marzo del 2023 il Viceconsolato Onorario di Colonia ha iniziato a gestire le necessarie procedure per ottenere il passaporto italiano. Tutti coloro”, ha sostenuto ancora Maggi, “che vivono nel Dipartimento di Colonia, se sono già cittadini in possesso dello stato civile, e che hanno segnalato e aggiornato i dati dei figli minorenni, ora possono chiedere vari servizi direttamente sul posto senza dover fissare un appuntamento online o preoccuparsi di dover andare a Montevideo”.