(Foto dis cena: Manuela Kustermann)

Dal 13 al 18 febbraio andrà in scena al Teatro Vascello di Roma (Via giacinto Carini 78, Monteverde Roma) Souverni de Kiki da ‘Diario di una modella’di Kiki di Montparnasse. Protagonista d’eccezione Manuela Kustermann (dal martedì h 21, sabato h.19 e domenica h 17). Drammaturgia, immagini e reglia Consuelo Barilari.

Nel 1922 Alice Prin alias Kiki di Montparnasse fu proclamata regina di Parigi. Icona delle avanguardie artistiche del Novecento, musa di una rivoluzione senza pari al fianco di Picasso, Modigliani, Cocteau, Soutine, Fujita, Man Ray, Kiki fu anche cantante, attrice, pittrice. Pochi anni dopo uscì il suo diario, con un’introduzione di Ernest Hemingway: «Se siete stanchi dei libri scritti dalle signore scrittrici d’oggigiorno, eccovi un libro scritto da una donna che non fu mai una signora. Per circa dieci anni, come spesso capita, Kiki fu lì lì per essere una regina, ma questo naturalmente è molto diverso dall’essere una signora». «Kiki aveva un bel viso e ne aveva fatto un’opera d’arte. Aveva un corpo meraviglioso e una bella voce; fu un’icona e certamente dominò l’epoca di Montparnasse più di quanto la Regina Vittoria non abbia dominato l’epoca vittoriana».

Quanto segue è stato scritto nel 1929; Kiki è come un monumento a sé stessa e all’epoca di Montparnasse, che si ritenne definitivamente chiusa quando lei, Kiki, pubblicò questo libro. Nel giro di un anno, Kiki divenne un simbolo e Montparnasse divenne ricco, prosperoso, sfarzosamente illuminato, brulicante di locali da ballo, fiocchi di avena, pompelmi e al Dòme cominciarono a vendere caviale, beh, l’epoca per quel che poteva valere (e personalmente non credo valesse molto) era finita. Montparnasse, in questo senso, simboleggia i caffè e i ristoranti dove la gente si fa vedere in pubblico; non simboleggia le case, gli studi e le stanze d’albergo dove la gente lavora. Ai vecchi tempi la differenza fra i lavoratori e quelli che non lavoravano era che i perdigiorno non si alzavano prima delle cinque di sera, ora in cui si trovavano a bere, nei caffè, in amichevole competizione con gli operai che per quel giorno l’avevano fatta finita con il lavoro. Era piacevole, dopo il lavoro, vedere Kiki. Era molto bella da guardare.

Tanto per cominciare aveva un bel viso, ne aveva fatto un’opera d’arte. Aveva un corpo meraviglioso e una bella voce (quando parlava, non quando cantava); dominò l’Epoca di Montparnasse più di quanto la Regina Vittoria non abbia dominato l’Epoca vittoriana. L’Epoca è finita. Se ne è andata via con i reni dei lavoratori, che bevevano troppo con i perdigiorno. I perdigiorno erano belli gente e diedero prova, a lungo andare, di possedere reni più robusti. Ma loro di giorno riposavano. L’Epoca, in ogni modo, è finita.

Kiki ha ancora la sua voce. Non dobbiamo preoccuparci dei suoi reni; viene dalla Borgogna, e il suo viso è un’opera d’arte come sempre, la sola differenza è che ora dispone di più materiale su cui operare. C’è il libro. Leggetelo.

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Souvenir de Kiki

da “Diario di una modella” di Kiki di Montparnasse

drammaturgia, immagini e regia Consuelo Barilari

Con Manuela Kustermann

Le voci di Hemingeway, Soutine, Man Ray, Fujita

sono di Roberto Alinghieri, Fabrizio Matteini, Noureddine e David Gallerello

Luci Liliana Iadeluca, Suono e editing video Claudio Maccagno,

Proiezioni video Gianluca De Pasquale, Elementi scenici Cri Eco, 

Costume Francesca Parodi, Istallazione “Libellus” Marzia Migliora e Ilenia Corti

produzione Schegge di Mediterraneo, Festival dell’Eccellenza al Femminile

in collaborazione con La Fabbrica dell’Attore Teatro Vascello durata 80’