(Foto: nel riquadro Salvatore Foti)

Hanno fatto il giro del mondo le immagini dall’Ecuador dell’assalto dei narcos in una stazione televisiva. Inoltre,  sono scoppiate diverse rivolte alimentate dalla criminalità che è riuscita a far fuggire i loro capi dalle prigioni di ‘massima sicurezza’, con varie ed evidenti complicità. Facendo un salto indietro nella storia dell’Ecuador, occorre ricordare che al Presidente Lenin Moreno nel 2021 al Presidente di sinistra Lenin Moreno, era subentrato  il Presidente di destra Guillermo Lasso, che si è dimesso nel 2023 a seguito di una serie di contrasti con il Parlamento. Sono state, quindi, indette nuove elezioni che si sono subito rivelate molto turbolente, con l’uccisione, tra l’atro, del candidato e giornalista Fernando Villavincencio. Alla fine ha prevalso a sorpresa il candidato di centrodestra Daniel Oboa, che ora si trova a dover affrontare una delle più gravi crisi del Paese sul piano della sicurezza pubblica.

A Salvatore Foti, Presidente del Comites dell’Ecuador (il Comitato degli italiani all’estero) e uno degli italiani più noti in Ecuador,  abbiamo chiesto di esprimere una valutazione su questa tragica situazione Ecco la sua testimonianza

Di Salvatore Foti

(Presidente Comites Ecuador – Comitato degli italiani all’estero

L’Ecuador purtroppo rischia di non esistere più. Le organizzazioni terroristiche legate ai narcos, infatti, sono riuscite a penetrare e corrompere tutte le istituzioni del paese. La polizia, le forze armate, la magistratura, imprenditori e parte della politica ecuadoriana sono ormai colluse irrimediabilmente con organizzazioni criminali che dominano il paese.

Un paese che assomiglia sempre di più alla Colombia degli anni ’80, caratterizzato da attentati, omicidi e tanta paura tra la gente, che oggi è ostaggio della violenza. La tassa di omicidi è la più alta dell’America Latina, e città come Guayaquil, capitale economica del paese, sono pressoché invivibili e sotto il controllo dei criminali che causano morti, scontri tra bande, sequestri ed estorsioni a carico di commercianti e gente comune, che ormai fugge dal paese.

L’Ecuador oggi registra record in quanto a emigrazione, e sono sempre di più coloro che rischiano la vita per arrivare negli USA, anche illegalmente. Purtroppo, i governi di turno hanno permesso per troppo tempo alle organizzazioni criminali di armarsi senza intervenire, favorendo, in maniera sospetta, che tali organizzazioni oggi possano sfidare e battere lo stato su qualunque terreno.

Il problema della violenza e della decomposizione sociale ed istituzionale del paese risale al governo dell’ex presidente della repubblica Lenin Moreno, che, incurante delle reali necessità della popolazione, ha smantellato il settore pubblico con tagli che hanno penalizzato persino educazione e salute, smantellando anche un ministero che si occupava delle carceri del paese.

Non è una coincidenza che dopo la soppressione del Ministero di Giustizia nel 2021 siano cominciati i primi problemi con massacri cruenti in diverse prigioni del paese, con il risultato di centinaia di morti. Nemmeno il suo successore, l’ex presidente Guillermo Lasso, è riuscito a risolvere il problema, sotto la cui presidenza si sono verificate altre stragi carcerarie e si è manifestato il potere dei detenuti che, all’interno della prigione, contavano su armi, droga, cellulari, internet e gestivano il racket della droga, delle estorsioni, dei sequestri e degli omicidi, paradossalmente, protetti dalle mura dei penitenziari.

La fuga di “Fito”, uno dei capi più importanti del narcotraffico del paese, da un carcere di “massima sicurezza”, dove viveva circondato dal lusso, è la logica conseguenza di ciò che accade in uno stato fallito ed umiliato. Da qui il braccio di ferro con l’attuale presidente della repubblica Daniel Noboa, che non vuole scendere a patti con la criminalità e ha emesso un decreto legge che autorizza l’esercito a combattere la criminalità considerandola come “obiettivo di guerra”.

Ma il decreto ad oggi ha ottenuto qualche vittoria di Pirro, e la risposta ponderata della criminalità si limita per ora ad effettuare piccoli attentati terroristici, studiando la situazione per vedere se alla fine potranno spuntarla senza alzare troppo la posta in gioco, che potrebbe comportare attentati di grande impatto e molto più drammatici e sanguinari. Ad esempio, dell’invasione di un canale televisivo che ha destato enorme scalpore in tutto il mondo.

Alla fine, sembra che chi abbia davvero ottenuto più benefici da questa crisi, gestita ed amministrata quasi per causare più disperazione tra la popolazione, siano gli americani. Dopo essere stati cacciati anni addietro da una base militare in Ecuador che era sotto la loro giurisdizione, adesso sono accolti a braccia aperte dalla popolazione e dal neo presidente, che ha dichiarato di essere favorevole al loro ritorno proattivo in Ecuador per lottare insieme contro il narcotraffico. In sintesi, un piano Ecuador dietro altre spoglie e molto più raffinato, perché gli americani hanno sicuramente imparato molto dalla Colombia e adesso lo dimostreranno anche in Ecuador per il bene della popolazione ecuadoriana, che oggi non ha a chi rivolgersi.

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Videoclip del ‘Movimento Tutela Sociale’ vincitore del Premio ‘Musica per il sociale’ promosso dalle Radio e Televisioni della REA (con sotto titolazione in spagnolo)

(spagnolo)