Antonella Carnevale è sicuramente in Italia una delle consulenti in investimenti maggiormente attenta a quello che avviene in America Latina: Continente che lei considera tra i più promettenti nell’ambito della nuova geopolitica mondiale. Ma di questo avremo modo di parlare nel corso della nostra intervista. Per ora ci limitiamo a ricordare alcuni tratti salienti della sua lunga attività professionale.

Figlia di Italo Carnevale, notissimo dottore commercialista della Capitale, Antonella già nel 1985 era responsabile amministrativo e finanziario di due affermati studi di commercialisti associati. Cinque anni dopo, nel 1990, inizia a collaborare anche con la Banca Nazionale del Lavoro nell’ambito di Interbancaria Investimenti. Dal 1992 entra in Azimut Consulenza SIM Spa, dove da consulente finanziario diventerà presto Senior Partner.

Nel 2017 la Carnevale rafforza ulteriormente la sua posizione all’interno della Azimut Holding S.p.A., diventata nel frattempo la più grande realtà finanziaria indipendente in Italia, presente in 18 Paesi. 

Da sempre, come già detto, la Carnevale è attenta ai mercati internazionali,  con un particolare interesse per quello latinoamericano. Grazie al suo impegno, nel 2020 ottiene la qualifica di Private Market Specialist, che le permette di offrire una consulenza negli investimenti in Economia Reale, ossia investimenti di capitali direttamente nelle PMI.   Infine, nel 2014 diventa anche Consulente Tecnico del Tribunale di Roma: un riconoscimento pubblico legato alla sua professionalità, serietà e competenza. Ma passiamo ora all’intervista sull’America Latina alla quale seguiranno nei prossimi mesi altri interventi incentrati sulle diverse prospettive di collaborazione, investimenti e partecipazione allo sviluppo dei singoli Paesi.

Dottoressa, come mai questo interesse per l’America Latina?

Come moltissimi italiani anch’io ho diversi amici, conoscenti e parenti in America Latina. Debbo dire che sin da bambina mi ha sempre affascinato questa terra, la sua storia e le sue tradizioni. Mi sono, comunque, sempre meravigliata del fatto che nonostante che in quel Continente vivano decine di milioni di italiani, soprattutto in Argentina e Brasile, se escludiamo la musica e il calcio, di tutto ciò che avviene oltre l’oceano si sa molto poco in Italia. Purtroppo, anche la grande stampa e televisione sembrano entrambe un po’  distratte su questo fronte. Ed è un vero peccato.

Perché?

Perché i rapporti internazionali, sia politici che economici, stanno cambiando velocemente. L’America Latina è molto meno dipendente dagli Stati Uniti e guarda ad altri mercati come, ad esempio, al gruppo dei Paesi BRICS. È  vero che il nuovo Presidente argentino Javier Milei ha deciso di non entrare più in questa associazione che, è bene ricordarlo, ha come fondatore il gigante Brasile, insieme a Russia, India, Cina, Sud Africa e più recentemente Egitto, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

In particolare, la Cina sta avendo una grande penetrazione economica e commerciale in tutto il Continente Latinamericano. Eppure, l’Europa, per storia, tradizione e complementarietà dovrebbe essere il naturale partner di questa grande realtà.

In teoria si, ma in pratica abbiamo visto che gli ultimi incontri tra la UE e la Celac, la Comunità di Stati Latinoamericani e dei Caraibi, le trattative non sono andate benissimo. Lo stesso dicasi per gli accordi UE-Mercosur.

Ecco perché occorre recuperare velocemente il terreno perduto. Soprattutto sul piano economico e degli investimenti. A mio avviso dobbiamo valorizzare la forte presenza degli italiani in quei Paese. Penso, ad esempio, ai Comites, i Comitati degli italiani all’estero, ai Parlamentari italiani eletti nella circoscrizione America del Nord (che comprende anche l’America centrale) e America del Sud, agli italo-latino americani presenti nei vari Parlamenti Nazionali, nel sistema produttivo e finanziario, nelle più autorevoli associazioni imprenditoriali e dei servizi. Si tratta, poi, di approfittare di alcune particolari iniziative già in corso.

A cosa si riferisce?

Mi vengono subito in mente due iniziative, a mio avviso, molto stimolanti. La prima riguarda il tentativo dell’Italia di valorizzare il cosiddetto turismo delle origini. Cioè, di promuovere la visita in Italia di molti dei nostri connazionali all’estero. Il 2024 è, poi, l’anno in cui si celebra il centocinquantesimo anniversario dell’emigrazione italiana in Brasile. Mi risulta che proprio per ricordare questo avvenimento le città di Genova (da dove sono partiti milioni di italiani) si è gemellata con Santos (il più grande porto d’arrivo dell’America Latina). Ebbene, a Santos sono previsti numerosi lavori di ammodernamento. Riuscire a inserire ditte italiane in questi progetti, come nel resto Brasile (che è un vero continente in piena espansione) può risultare estremamente utile e vantaggioso. Da non trascurare, poi, la partecipazione a importanti iniziative sociale.

Tipo?

Come sappiamo, diversi Paesi Latinoamericani in questo momento si trovano in grandi difficoltà economiche. Penso, ad esempio, all’Argentina, al Venezuela e ad altri contesti nazionali. È  chiaro che queste difficoltà hanno delle pesanti ripercussioni anche sui nostri connazionali residenti all’estero. Ebbene, se li aiutiamo a risolvere questi problemi, in collaborazione con le autorità locali e in sintonia con il nostro Governo e Ministero degli esteri, daremo anche noi un contributo concreto al rafforzamento dell’Italia come partner privilegiato. Un ruolo decisamente auspicato dagli stessi latinoamericani.