(Foto: nel riquadro Nello Gargiulo sullo sfondo della sagra di Capitan Pastene per festeggiare l’emigrazione italiana).

Riceviamo e volentieri pubblichiama l’articolo di Nello Garigulo, membro del CGIE (Consiglio Genrale degli Italiani all’Estero), nonché autorevole editorialista di ‘Presenza’, il giornale degli italiani in Cile. L’articolo ricorda l’arrivo degli italiani a Capitan Pastene in Cile.

Servizio di Nello Gargiulo

“Storia ed Essenza sono le parole che il Sindaco di Lumaco, Richard Leonelli, ha pronunciato più volte durante le celebrazioni del 120° anniversario dell’arrivo dei coloni a Capitan Pastene.

Ricordare la storia di questa emigrazione nel 120° anniversario ci riporta alla mente il numero 120 della Bibbia. Gli anni di Mose furono 120, e i primi 40 furono trascorsi nel deserto. Poi arrivano gli anni della forza e del coraggio.  Per analogia, i primi 40 anni dei coloni furono di duro lavoro per dissodare le terre, costruire le case, e mettere su con le proprie forze lo storico treno che per 50 anni li collegava con i centri più vicini.

Hanno costruito la loro parrocchia, portando dall’Italia la figura di San Filippo Neri, che scelsero nel 1920, come loro patrono e protettore, difendendo la loro posizione di fronte al Vescovo dell’epoca. L’esperienza di quegli anni era così dura che avevano bisogno di un modello di forza e coraggio come lo fu San Filippo Neri nella Roma del 500, quando carestie e pestilenze si abbatterono per le strade.

Il numero 120 è anche quello del Salmo Biblico che descrive le condizioni umane più avverse per le persone e le istituzioni, ma che alla fine la voce della fiducia nel Creatore della vita è capace di dissipare il timore e infondere il coraggio per superare con il bene ogni forma di sconforto.

Questa è l’Essenza che  il  primo  cittadino,  anche  come  discendente della “stirpe” pastenina, avrà voluto  trasmettere  all’ambiente  festoso della Sagra dei 120 anni.

Il numero 120 è anche riservato nella tavola periodica degli elementi chimici a un elemento di cui ancora non si conoscono le caratteristiche. La scienza è sempre in divenire e riserva sorprese.

Nell’entusiasmo dell’animatrice di questa sagra, Mabel Flores Cantergiani, si raccoglie un “120” di speranze e proiezioni per scoprire quel DNA che nel viaggio delle carrette di quel lontano 1904 portarono con sé non solo dolori ed angustie, ma anche le speranze trainate dalla forza dei buoi, in questa sagra 2024 di allegria e condivisione si è fatto palese anche il bisogno di pace e di maggiore integrazione culturale e collaborativa tra le componenti culturali della zona.

Quella Nuova Italia sognata dai coloni oggi potrebbe allinearsi con il sogno di una Nuova Araucania (la regione centro-meridionale del Cile, ndr.) dove nessuno è escluso, ma tutti si ritrovano figli della stessa terra che nell’essenza dei coloni era la nuova Patria che sognavano come la loro, se non più bella ancora.

La nuova sfida si fa palese all’ ingresso della borgata con i 120 cipressi piantati e che sembra proprio d voler assumere il simbolo di vita e della storia   che segue.


Nello Gargiulo