(Foto: sullo sfondo del teatro di Sydnei nel riquadro Franco Papandrea) –

Nato in Calabria ed emigrato in Australia Franco Papandrea attualmente è consigliere del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero) eletto in Australia. Dopo aver completato gli studi scolastici e universitari laureandosi in ingegneria con un master in amministrazione aziendale (MBA) Papandrea  successivamente ha conseguito anche un diploma di specializzazione in economia e commercio e un dottorato (PhD) in economia politica.

Dal punto di vista professionale, ha svolto una carriera trentennale nell’Amministrazione federale australiana, ricoprendo per lo più incarichi dirigenziali, nonché incarichi di rilievo come consulente di commissioni parlamentari e di inchieste nazionali. Successivamente è stato nominato professore e direttore del Communication and Media Policy Institute dell’Università di Canberra, dove nel corso di 10 anni ha svolto attività di ricerca e consulenza politica a livello nazionale e internazionale nei settori dei media e delle comunicazioni.

Attualmente Papandrea è in pensione, pur continuando a svolgere attività accademica in qualità di professore aggiunto presso il News and Media Research Centre dell’Università di Canberra. Il suo perenne interesse per la vita politica e sociale della comunità italiana in Australia lo ha visto ricoprire numerosi incarichi volti alla tutela e al sostegno degli interessi degli emigrati italiani, tra cuquello di Presidente del Comites di Canberra per 11 anni, prima di essere eletto nel CGIE dove è stato anche membro del Comitato di presidenza. Attualmente è anche presidente del Comitato Dante Alighieri di Canberra.

Dott. Papandrea, ci può descrivere in estrema sintesi come si caratterizza oggi collettività italiana in Australia?

L’emigrazione italiana in Australia è principalmente un fenomeno migratorio del secondo dopoguerra, a differenza dei flussi precedenti diretti prevalentemente verso le Americhe. Nel periodo 1947-1970 più di 360.000 italiani si sono trasferiti in Australia, diventando la più grande componente non anglo-celtica dell’allora popolazione australiana. Successivamente, per diversi anni i rimpatri hanno superato gli arrivi e l’emigrazione italiana fu sostituita da quella proveniente da altri Paesi, soprattutto dall’Asia.

Tuttavia, alimentata dalla prole degli emigrati, la comunità italiana ha mantenuto la sua posizione di maggiore componente non anglo-celtica per oltre 40 anni, stimolando ingenti trasformazioni nella società australiana. Nel censimento del 2006, gli italo-australiani erano 852.000, di cui meno di 200.000 nati in Italia. Nonostante la crescita della comunità italiana, lo stesso censimento ha rivelato che la comunità cinese in Australia li aveva già superati. Nel secondo decennio degli anni 2000, l’Australia è emersa come una delle principali destinazioni per i giovani italiani spinti all’estero in cerca di nuove esperienze e opportunità economiche. Il numero di arrivi è salito a livelli vicini a quelli del dopoguerra, ma per la stragrande maggioranza le restrizioni all’immigrazione prevalenti precludevano la possibilità di stabilire una residenza permanente.

Quest’ultimo flusso si è esaurito con l’arrivo della pandemia di Covid e, sebbene si sia poi parzialmente ripreso, rimane tuttora di dimensioni modeste. Nell’ultimo censimento, quello del 2021, la collettività italiana residente in Australia era pari a 1.108.364 persone con almeno un antenato italiano di primo o terzo grado, di cui i nati in Italia erano 171.520. Dato che la stragrande maggioranza degli emigrati in Australia è arrivata in Australia prima del 1970, non sorprende che il 68,3% degli emigrati abbia più di 65 anni (l’età media è di oltre 72 anni).

Attualmente, rispetto alle altre collettività che compongono la popolazione australiana, quella italiana è numericamente settima. Il numero di cittadini italiani iscritti all’AIRE è di circa 165.000 proporzionalmente molto inferiore a quello degli iscritti ad altre collettività italiane di dimensioni simili, soprattutto in Europa. Questa discrepanza è dovuta principalmente all’effetto congiunto delle normative australiane e italiane che storicamente hanno ostacolato la doppia cittadinanza.

Oggi, la collettività di origine italiana è pienamente integrata nella realtà australiana, anche se le prime generazioni dovettero affrontare certe difficoltà di ambientamento. Nonostante la prevalenza di bassi livelli di scolarizzazione e formazione professionale tra gli emigranti del secolo scorso, molti sono riusciti a inserirsi con successo in attività imprenditoriali e professionali. Le generazioni successive, in particolare, si distinguono per alti livelli di scolarizzazione e formazione professionale con diffusa presenza in posizioni sociali medie e alte ed impieghi professionali in tutti i settori della vita sociale, economica e politica australiana.

L’evoluzione da comunità di immigrati all’attuale stato di piena integrazione nella società australiana ha provocato un crescente declino dell’associazionismo tradizionale, nato dalle esigenze socio-ricreative delle prime generazioni e non più consonante con gli interessi sociali e culturali delle nuove generazioni ormai integrate nella vita sociale e culturale australiana.

Cosa si aspettano gli italiani in Australia dal governo italiano?

Le esigenze della collettività italiana rispecchiano per lo più le condizioni sociali dei vari gruppi demografici che la compongono.

Ingresso di personale socio-sanitario. Disponibilità di assistenti socio-sanitari italiani per gli anziani. Una delle conseguenze dell’emigrazione del secondo dopoguerra è l’alto tasso di vecchiaia nella comunità, con una tendenza a malattie croniche e debilitanti che richiedono un alto livello di accesso ai servizi di assistenza sanitaria e sociale. Nonostante l’adeguata offerta di tali servizi, la scarsa dimestichezza degli anziani italiani con la lingua inglese ne ostacola spesso l’utilizzo a causa della forte carenza di personale in grado di comunicare in italiano. Per ovviare a questa carenza, si chiede alle autorità diplomatico-consolari di intervenire presso le autorità australiane per consentire misure che facilitino l’ingresso nel Paese di personale socio-sanitario di lingua italiana.

Riacquisto della cittadinanza. Le richieste più appassionate di riacquisto della cittadinanza provengono dalla classe di emigranti che si è trasferita all’estero con gli esodi del secondo dopoguerra. Si tratta per lo più di persone anziane che hanno mantenuto profondi legami con l’Italia e che spesso desiderano il riacquisto per motivi sentimentali. Molti di loro non hanno potuto usufruire della norma transitoria per il riacquisto della cittadinanza attraverso un’apposita dichiarazione ai sensi dell’art. 17 della Legge 91/1992 perché all’epoca la legge australiana in vigore vietava il possesso della doppia cittadinanza. Una ulteriore apertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza al più presto sarebbe altamente auspicabile. Si spera che il Parlamento sia disposto ad approvare un provvedimento in tal senso, come proposto in alcuni disegni di legge attualmente al vaglio del Senato.

Sostegno alla lingua italiana. Purtroppo, la lingua italiana è attualmente in declino per diverse ragioni demografiche e istituzionali. Da un lato, il già citato tramonto delle classi di emigranti del secolo scorso diminuisce l’uso abituale dell’italiano nella vita quotidiana; dall’altro, l’insegnamento dell’italiano nelle scuole subisce una forte concorrenza da parte di altre lingue, in particolare quelle asiatiche, legate a comunità in rapida crescita e che godono di un maggiore sostegno finanziario e politico. La situazione richiede una politica più attenta da parte della comunità italiana e un maggiore impegno di sostegno da parte delle autorità responsabili per la promozione della lingua. Inoltre, la somministrazione dei contributi agli enti impegnati nella promozione va snellita e semplificata per consentire interventi più efficaci.

Riforma degli organi di rappresentanza: Comites e CGIE. Gli organi di rappresentanza di base, costituiti con leggi ancorati alle esigenze di una emigrazione di altri tempi, vanno riformati per renderli adatti alle realtà odierne. Il CGIE, ad esempio, è dominato da rappresentanti eletti in Europa, dove la vecchia emigrazione è stata soppiantata dalla libera circolazione dei cittadini europei con esigenze diverse da quelle degli emigrati in altre regioni del mondo. Essi necessitano di riforme fondamentali dell’intera struttura di rappresentanza. Non bastano ritocchi o aggiornamenti di una struttura ormai superata.

Accesso ai servizi consolari. Migliorare l’accesso degli utenti ai servizi consolari all’estero, soprattutto per gli anziani, compreso l’accesso ai servizi digitali come lo SPID e le carte d’identità elettroniche.

Abrogare l’opzione inversa. L’obbligo di richiedere il diritto di partecipare alle elezioni dei Com.It.Es. è lesivo del diritto fondamentale di ogni cittadino di esercitare il proprio voto in modo libero e diretto ed è probabilmente anche incostituzionale. L’ applicazione dell’opzione inversa nelle ultime due tornate elettorali si è rivelata un clamoroso fallimento. Il diritto di voto dei cittadini deve essere rispettato.

Di quale immagine gode oggi l’Italia in Australia?

L’Italia e l’Australia godono rapporti stretti e duraturi basati su principi e valori condivisi e su interessi commerciali, politici e strategici convergenti. Entrambe le economie sono altamente sviluppate e vantano un livello notevole di interazione commerciale pari a 5,818 miliardi di euro nel 2022, nettamente a favore dell’Italia. La cooperazione bilaterale è molto profonda soprattutto nei settori della scienza, della tecnologia, della cultura e dell’arte, oltre che in aspetti legati alla sicurezza e all’antiterrorismo.

L’integrazione degli emigranti italiani nella vita quotidiana australiana, oltre ad essere un grande successo della politica multiculturale, ha contribuito in modo determinante agli attuali forti legami tra i due Paesi e ha stimolato una profonda trasformazione della società, della cultura e dello stile di vita australiani.

Nel complesso, l’Italia gode un’immagine nettamente positiva anche se per alcuni aspetti prevalgono delle immagini negative (p.e., politica e burocrazia). Molti sono gli attributi apprezzati, tra cui la cultura, la gastronomia, la moda, il design, lo sport e l’accoglienza. Non è per caso, che l’Italia si conferma tra le mete più ambite da chi risiede in Australia. In sintesi, l’immagine dell’Italia è ben decritta da un post sui social di un giovane italiano temporaneamente in Australia: “Quando dici che sei italiano sei sempre apprezzato anche se magari una battutina su Berlusconi non manca mai”.

Videoclip del ‘Movimento Tutela Sociale’ vincitore del Premio ‘Musica per il sociale’ promosso dalle Radio e Televisioni della REA)