Per ridurre gli impatti negativi e i costi dei generatori diesel d’emergenza, Greenpeace ha installato due sistemi ibridi di batterie e pannelli solari per aiutare le popolazioni civili a fronteggiare i blackout di energia in Ucraina. Gli impianti sono stati installati presso una scuola a Hostomel (oblast’ di Kiev) e un ambulatorio a Mykolaiv, con l’obiettivo di ridurre l’uso dei generatori e aumentare la sicurezza della cittadinanza di fronte del perdurare del conflitto in corso. Gli impianti di generazione e distribuzione di energia sono infatti uno dei bersagli principali degli attacchi missilistici russi. Se questo approccio avrà successo, altri progetti simili potranno essere sviluppati su scala più ampia a beneficio di altre scuole ed edifici pubblici in Ucraina, offrendo un ulteriore esempio del grande potenziale e dei benefici dell’energia solare.

Il ministro dell’Energia ucraino e il gestore della rete elettrica nazionale NEC “Ukrenergo” hanno definito il bombardamento russo del 22 marzo scorso il più esteso attacco agli impianti energetici in Ucraina dall’inizio del conflitto su vasta scala. Con l’intensificarsi degli attacchi missilistici e l’imprevedibilità delle loro conseguenze, Greenpeace ritiene che le soluzioni basate sulle fonti rinnovabili possano garantire la sostenibilità energetica in Ucraina nel modo più efficace ed ecologico.

In Ucraina, le infrastrutture energetiche sono sotto continuo attacco dall’inizio della guerra, con le forze armate russe che hanno preso di mira centrali elettriche, stazioni di distribuzione e impianti di cogenerazione di elettricità e calore. Le conseguenze sono state gravi e la popolazione civile è spesso rimasta senza elettricità, calore, acqua e comunicazioni. Secondo la Kyiv School of Economics, nel giugno scorso i danni diretti al settore energetico dell’Ucraina ammontavano già a 8,8 miliardi di dollari. Per mantenere in attività servizi essenziali – dagli uffici amministrativi alle attività economiche, fino a scuole, asili e ospedali – sono stati importati centinaia di generatori diesel, con costi elevati ed effetti collaterali negativi.

Il progetto di Greenpeace vuole dimostrare che è possibile assicurare una fornitura di energia elettrica affidabile e continua durante i blackout, combinando pannelli solari e batterie per ridurre la dipendenza da una rete elettrica inaffidabile e garantire alla popolazione l’accesso ai servizi essenziali. Il progetto è stato finanziato da Greenpeace Germania e dalla Greenpeace Germany Environmental Foundation.

«Questi impianti possono ridurre in modo significativo l’uso di generatori diesel e i loro impatti negativi: costi elevati, inquinamento e rumore», dichiara Polina Kolodiazhna, project manager del progetto di Ricostruzione Verde in Ucraina. «Oltre agli effetti positivi sull’ambiente, questi investimenti sono economicamente convenienti e, al tempo stesso, possono garantire maggiore sicurezza nell’approvvigionamento energetico. Finora il grande potenziale e i benefici dell’energia solare sono stati sottovalutati dal governo ucraino e dalla comunità internazionale».

Greenpeace ritiene che nel breve periodo l’energia solare sia la modalità più veloce, economica e facile per aumentare la sicurezza energetica e la resilienza dei centri abitati, perciò chiede al governo ucraino di essere più ambizioso. In particolare, le municipalità più aperte all’innovazione devono essere messe al centro di una strategia che conduca alla decarbonizzazione e a pratiche sostenibili. Avviandosi sulla strada dell’indipendenza, della resilienza e della sicurezza energetica, l’Ucraina ha l’opportunità di diventare leader per nuove soluzioni e tecnologie, un faro per le energie rinnovabili verso un futuro sostenibile.