(Foto: Paulo Esper sullo sfondo del Teatro Municipale di San Paolo)

Originario di Jacareì, cittadina dello Stato di San Paolo, Paulo Abrão Esper dopo essere stato un cantante lirico oggi è uno dei più grande promotori dell’opera in Brasile e in America Latina.  Dopo una lunga esperienza artistica a livello internazionale ha partecipato in Spagna a varie conferenze sulla lirica insieme ad artisti del calibro di Montserrat Caballé, Plácido Domingo e José Carreras.

Nel 1991 ha creato la società Ópera São Paulo, che ha promosso 1.700 spettacoli in tutto il Brasile e oggi fa parte dell’OLA Ópera America Latina insieme ai grandi teatri del continente. Dal 1993 dirige il noto concorso internazionale Maria Callas di San Paolo oltre a organizzare concerti ed eventi ai quali hanno parteciparto  personalità di primo piano della lirica come Magda Olivero, Fedora Barbieri, Fiorenza Cossotto, Luigi Alva, Grabiella Tucci, Fábio Armiliato, Daniela Dessi, Juan Poons, Vicente Sardinero, Teresa Berganza, Renato Bruson, Ernesto Palacio, Mariella Devia, José Bros, tra molti altri. Infine, dal 2002 è il Direttore Generale e artistico dei progetti ‘A Caminho do Interior’ (In cammino verso l’interno) realizzato in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di San Paolo e del Concorso Internazionale Maria Calas, che si svolge sempre sempre in questa ricca megalopoli brasiliana. Inoltre è membro della giuria di numerosi Concorsi di Canto in tutto il mondo (Viñas de Barcelona, ​​​​Riccardo Zandonai, Bilbao, Trujillo, Viña del Mar, Jaime Aragall, Sarzana, Elena Obrastzova, Marcello Giordani e altri).

Anche in Italia, Esper ha avuto numerosi riconoscimenti, tra cui quella di Ambasciatore della Cultura Italiana della città di Sirmione e la nomina di Cavaliere della Stella d`Italia conferita dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ma ecco cosa Esper ha detto a Punto Continenti.

Quanto è seguita la musica lirica in America Latina?

L’opera ha sempre potuto contare in America Latina su un pubblico fedele ed appassionato, soprattutto per quanto riguarda il repertorio italiano. Del resto non possiamo dimenticare che San Paolo in Brasile e Buenos Aires in Argentina sono le città con il maggior numero di discendenti dell’immigrazione italiana. Non a caso fino alla metà degli anni cinquanta il repertorio operistico internazionale era cantato soprattutto in italiano.

Oggi l’opera è integrata da ampie scenografie molto diverse da quelle tradizionali.  Personaggi dell’Ottocento diventano contemporanei, opere ambientate in specifici periodi storici risultano completamente stravolte. Registi e scenografi sono diventati ormai più importanti dei grandi compositori e cantanti. Si dice che sia una scelta per attirare i giovani. Molti pensano, invece, che si corre il rischio di perdere i veri appassionati dell’opera senza conquistare le nuove generazioni. Lei cosa ne pensi?

È certamente un argomento molto controverso. Personalmente non sono contrario a modernizzare la scenografia di un’opera purché non venga distorto il libretto e la musica. Per me è una stupidaggine dire che la modernizzazione attrae i giovani; ritengo, infatti, che i giovani desiderano solo assistere a uno spettacolo diverso da quello consuetudinario, e quindi per loro si tratta comunque di uno spettacolo nuovo. La realtà è che stiamo semplicemente vivendo nell’era dei registi.

Senza dubbio uno dei più grandi compositore di opera in America Latina è stato il brasiliano Carlos Gomes, che ha vissuto per molti anni in Italia. In passato lei hai promosso le sue opere in diverse città italiane, compreso il teatro di Cagliari. Com’è stata quell’esperienza? Ha intenzione di realizzare altre iniziative di questo tipo?

Purtroppo, il progetto di riportare in Italia il nostro Carlos Gomes è stato interrotto dalla pandemia. In ogni caso sono orgoglioso di aver partecipato direttamente alla produzione dell’opera Lo Schiavo, andata in scena per la prima volta nel 2019 in Italia al teatro lirico di Cagliari. Sono state 9 recite ‘sold out’ e una conferenza/recital sull’opera all’interno dell’Ambasciata brasiliana di Roma, con l’ambasciatore Antonio Patriota che mi ha ricevuto in un incontro privato e ha lodato molto il progetto. Sia l’amore che provo per l’opera, sia il forte legame che unisce nella lirica Italia e Brasile, rendono sempre attuale il mio progetto che potrà essere ripreso in qualsiasi momento.

Come viene seguita l’opera oggi in Brasile? Ci sono molti giovani che studiano canto?

Purtroppo in Brasile ci sono pochissimi teatri attivi e le stagioni sono effettivamente ridotte. In compenso il pubblico riempie sempre i vari ​​teatri. I giovani interessati a intraprendere una carriera nella lirica sono in aumento. Personalmente mi sento orgoglioso  di contribuire a questa scommessa dei giovani nell’ambito del canto lirico, soprattutto come Direttore Generale e artistico del Concorso lirico brasiliano Maria Callas, che quest’anno è arrivato alla sua  22° edizione, raccogliendo 116 iscrizioni provenienti da 15 paesi dell’America Latina. Si tratta di uno straordinario progetto che viene sostenuto dal Consolato Generale d’Italia e dall’Istituto Italiano di Cultura, entrambe di San Paolo.  L’obiettivo è di portare l’opera italiana in tutto lo Stato di San Paolo. Quest’anno saremo presenti in 18 città con  21 spettacoli: si tratta della quarte edizione di questo importante progetto culturale.

Come vede il futuro dell’Opera, sia in Brasile che in America Latina e a livello internazionale?

Sono assolutamente sicuro che l’Opera è più viva che mai e il suo successo sarà assicurato ancora per secoli e secoli, amen.

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PAULO ESPER, COM A ÒPERA FORTALECE OS LAÇOS ENTRE ITÁLIA E BRASIL

(Foto: Paulo Esper ao fundo do Theatro Municipal de São Paulo)

Natural de Jacareí, interior de São Paulo, Paulo Abrão Esper, depois de ter sido cantor de ópera, é hoje um dos maiores divulgadores de ópera no Brasil e na América Latina. Depois de uma longa experiência artística também a nível internacional participou em diversas conferências de ópera em Espanha juntamente com artistas do calibre de Montserrat Caballé, Plácido Domingo e José Carreras.

Em 1991 criou a companhia Ópera São Paulo, que promoveu 1.700 espetáculos em todo o Brasil e hoje faz parte da OLA Ópera Latin America junto com os grandes teatros do continente. Desde 1993 dirige o conhecido concurso internacional Maria Callas em São Paulo, além de organizar concertos e eventos em que participam personalidades importantes da ópera como Magda Olivero, Fedora Barbieri, Fiorenza Cossotto, Luigi Alva, Grabiella Tucci, Fábio Armiliato, Daniela Dessi participaram Juan Po0ns, Vicente Sardinero, Teresa Berganza, Renato Bruson, Ernesto Palacio, Mariella Devia, José Bros, entre muitos outros.

Desde 2002 é Diretor Geral e Artístico dos projetos ‘A Caminho do Interior’ criado em colaboração com o Instituto Cultural Italiano de São Paulo e do Concurso Internacional Maria Calas, que sempre acontece nesta rica megalópole brasileira. É também membro do júri de numerosos concursos de canto em todo o mundo (Viñas de Barcelona, ​​​​Riccardo Zandonai, Bilbao, Trujillo, Viña del Mar, Jaime Aragall, Sarzana, Elena Obrastzova, Marcello Giordani e outros).

inalmente, desde 2002 é Diretore Geral e artistico consultor de música clássica do Instituto Cultural Italiano de São Paulo e membro do júri de numerosos concursos de canto em todo o mundo (Viñas de Barcelona, ​​​​Riccardo Zandonai, Bilbao, Trujillo, Viña del Mar, Jaime Aragall, Sarzana, Elena Obrastzova, Marcello Giordani e outros.

Mesmo na Itália, Esper recebeu inúmeros prêmios, incluindo o de Embaixador da Cultura Italiana da cidade de Sirmione e a nomeação de Cavaleiro da Estrela da Itália pelo Presidente da República Sergio Mattarella. Mas aqui está o que Esper disse ao Punto Continenti.

Até que ponto a música lírica é seguida na América Latina?

A ópera sempre teve um público fiel e apaixonado na america latina, principalmente o repertório italiano. Nao nos esqueçamos que São Paulo (no Brasil) e Buenos Aires (na Argentina) são cidades com o maior numero de imigração italiana. Um fato interessante é que até meados da década de 1950 o repertório internacional de ópera era cantado em italiano.

Hoje a ópera está integrada com grandes cenários bem diferentes dos tradicionais. Personagens do século XIX tornam-se contemporâneos, obras ambientadas em períodos históricos específicos são completamente distorcidas. Diretores e cenógrafos tornaram-se agora mais importantes do que grandes compositores e cantores. Diz-se que é uma escolha para atrair os jovens. Muitos pensam, porém, que corremos o risco de perder verdadeiros fãs de ópera sem conquistar as novas gerações. O que o senhor acha?

Certamente é um tema muito controverso. Pessoalmente, não sou contra a modernização da cenografia de uma ópera, desde que o libreto e a música não sejam distorcidos. Para mim não faz sentido dizer que a modernização atrai os jovens; acredito, de facto, que os jovens só querem ver um espetáculo diferente do habitual e, portanto, para eles ainda é um espetáculo novo. A realidade é que estamos simplesmente vivendo na era dos diretores.

Sem dúvida um dos maiores artistas de ópera latino-americanos foi o brasileiro Carlos Gomes, que viveu muitos anos na Itália. No passado você promoveu seus trabalhos em diversas cidades italianas, inclusive no teatro de Cagliari. Como foi aquela experiência? Pretende realizar outras iniciativas deste tipo?

Infelizmente o projeto de trazer o nosso Carlos Gomes de volta à Itália foi interrompido pela pandemia. De qualquer forma, tenho orgulho de ter participado diretamente da produção da ópera Lo Schiavo pela primeira vez em 2019, no palco da Itália, no Teatro de Ópera de Cagliari. Foram 9 apresentações ‘esgotadas’ e uma conferência/recital sobre a ópera dentro da Embaixada do Brasil em Roma, com o então embaixador Antonio Patriota que me recebeu em reunião privada e elogiou muito o projeto. Tanto o amor que sinto pela ópera quanto o forte vínculo que une a Itália e o Brasil na ópera tornam meu projeto sempre atual e pode ser retomado a qualquer momento.

Como a ópera é acompanhada no Brasil hoje? Há muitos jovens estudando canto?

Infelizmente no Brasil há pouquíssimos teatros ativos e as temporadas são, na verdade, encurtadas. Por outro lado, o público sempre lota os diversos teatros. Os jovens interessados ​​em seguir carreira na ópera estão a aumentar. Pessoalmente, sinto-me orgulhoso por contribuir para este desafio dos jovens na área do canto lírico, especialmente como Diretor Geral e Artístico do Concurso de Ópera Brasileira Maria Callas, que este ano chega à sua 22ª edição, reunindo 116 inscrições de 15 países. da América Latina. Este é um projeto extraordinário que conta com o apoio do Consulado Geral da Itália e do Instituto Cultural Italiano, ambos de São Paulo. O objetivo é levar a ópera italiana a todo o Estado de São Paulo. Este ano estaremos presentes em 18 cidades com 21 espetáculos: esta é a quarta edição deste importante projeto cultural.

Como o senhor vê o futuro da ópera, tanto no Brasil quanto na América Latina e internacionalmente?

Tenho a certeza absoluta de que a obra está mais viva do que nunca e o seu sucesso estará assegurado durante séculos e séculos vindouros, amém.