(Foto: riquadro di Paolo Valente, sullo sfondo storico dell’impero Inca in Perù)

Nel dicembre del 2022 la grande stampa per un paio di giorni si è occupata del Perù, Paese che in quel mese venne sconvolto dall’arresto del Presidente Pedro Castillo e dalla sua sostituzione con la Vice Dina Boluarte. Purtroppo, quasi nessuno ha approfittato della circostanza per dare anche qualche notizia riguardante la Comunità italiana che vanta una presenza storica in questa grande Nazione sudamericana. Per colmare in parte questa lacuna, abbiamo intervistato Paolo Valente, uno dei più noti personaggi della comunità italiana che vive sul posto.

Romano, Valente risiede in Perù dal 1995, avendo lavorato nella diocesi di Huacho e presso l’Istituto Italiano di Cultura di Lima e dal 2000 ad Arequipa presso l’ Università Statale San Agustin, come docente di lingua italiana e latina. Dal 2002 è titolare della cattedra di lingue antiche e docente presso il Master in Linguistica della stessa Università. Presso la Unsa è stato anche responsabile delle relazioni internazionali e ricercatore. Dal 2007 ricopre il ruolo di Direttore Generale dell’ azienda Obiettivo Lavoro, per la quale ha anche svolto la funzione di Direttore regionale, con a carico la supervisione delle sedi brasiliane, boliviane e argentine. Inoltre, è consigliere a Lima della Camera di commercio italo-peruviana mentre per due anni, dal 2017 al 2019, è stato Presidente del Comitato degli Italiani all’Estero (Comites Perù).

Dott. Valente, per cominciare ci descriva le realtà della comunità italiana in Perù.

La nostra comunità non è grande come in altri paesi latinoamericani ma è comunque la più grande comunità straniera fra quelle europee. La maggior parte degli italiani vive a Lima, la capitale del Perù, dove si trovano anche l’Ambasciata ed il consolato italiano. La concentrazione degli Italiani a Lima e le grandi distanze fra le principali città peruviane ha fatto sì che le piccole comunità italiane presenti nelle altre regioni del Perù siano piuttosto isolate e vengano sistematicamente ignorate dall’Ambasciata italiana, il che unito ai deficienti servizi telematici genera non pochi disservizi per gli Italiani residenti fuori Lima.

Invece dal punto di vista storico come si caratterizza la presenza italiana?

Esistono due grandi gruppi di Italiani presenti in Per. Da una parte i discendenti italiani e gli italiani di vecchia immigrazione e dall’altra gli Italiani di recente immigrazione. Come sempre le divisioni e gli schemi non sono mai cosi netti e precisi ma servono comunque per poter identificare alcuni tratti identitari e differenze culturali. La presenza italiana in Perù è antica, i primi italiani arrivarono molto prima della nascita dell’Italia unitaria. I marinai e le imbarcazioni che portarono gli spagnoli in America spesso avevano imbarcato molti liguri. Insieme a marinai ed ufficiali vennero studiosi, avventurieri ed esuli italiani. C’è stato addirittura un viceré spagnolo che, nella realtà era un italiano: il principe Carmine Nicola Caracciolo, nobile napoletano che fu viceré del Perù dal 1716 al 1720.

Il primo tipografo durante la colonia spagnola fu un italiano il torinese Riccardi. Numerosi sacerdoti italiani parteciparono alla evangelizzazione del Perù, fra i quali va menzionato Padre Ludovico Bertonio originario di Arcevia in provincia di Ancona e che scrisse il primo dizionario spagnolo Aymara, la seconda lingua indigena più importante del Perù. Tra gli emigranti italiani figura anche il carbonaro Antonio Raimondi che, dopo aver partecipato all’insurrezione delle cinque giornate di Milano, scappò in Perù (1850) dove divenne il più famoso geografo e scienziato naturalista del Paese.

Complessivamente possiamo dire che l’immigrazione italiana in Peru non è stata un’immigrazione di massa ma di intellettuali, commercianti e avventurieri. Anche Garibaldi soggiornò in Perù che gli diede anche la cittadinanza, ma questa è un’altra storia.  Fra la prima e la seconda guerra mondiale il numero degli Italiani è aumentato in maniera significativa. La maggior parte si è di dedicata al commercio ma non mancano anche i contadini, gli allevatori e i proprietari terrieri. Oggi si stima che i discendenti italiani siano circa mezzo milione di persone, mentre i cittadini italiani residenti non superano le 35mila unità.

Cosa fanno questi nuovi italiani in terra peruviana?

Gli Italiani di recente immigrazione sono soprattutto imprenditori, ristoratori e commercianti in generale. Molti italiani negli ultimi decenni sono venuti in Perù nell’ambito del volontariato e a seguito delle numerose ONG italiane presenti sul posto. Altre due importanti categorie riguardano i numerosi sacerdoti e religiosi che spesso hanno dedicato l’intera loro vita a favore delle comunità più povere e disagiate del Perù e quella dei docenti e ricercatori, che continuano ad arrivare e ad inserirsi sempre più numerosi nelle Università e negli Istituti di ricerca peruviani.

La presenza delle aziende italiane in Perù dopo il boom nei primi anni 2000 è diminuita durante la pandemia e soprattutto durante gli ultimi anni di crisi economica e politica. Speriamo che con l’attuale governo democratico le relazioni commerciali possano aumentare e i vincoli fra i due paesi rafforzarsi. La comunità italiana non è molto coesa in Peru sia per le ragioni geografiche già accennate sia per le differenze culturali fra i diversi gruppi italiani. Le principali attività aggreganti vengono svolte dall’Istituto Italiano di Cultura e dalla Camera di Commercio Italiana di Lima.

Ci parli di questi due Enti.

L’Istituto realizza una gran quantità di iniziative musicali, teatrali, oltre che esposizioni e attività culturali che in genere attraggono sia cittadini italiani che peruviani. Dal canto suo, la Camera di commercio realizza attività di promozione del made in Italy di altissimo livello che coinvolgono molti imprenditori italiani ma anche cittadini interessati alle eccellenze italiane. Al fine di promuovere anche la nostra gastronomia si realizzano cene itineranti nei numerosi ristornati italiani della capitale peruviana. Fuori da Lima esistono due associazioni attive nella promozione della cultura italiana e insegnamento della lingua italiana: il Centro culturale italiano a Cuzco e L’Istituto Culturale Italo peruviano ad Arequipa.

La maggior parte degli Italiani residenti in Perù, pur riconoscendo i grandi problemi di carattere sociale che obiettivamente esistono nel Paese vede con preoccupazione soprattutto la mancanza negli ultimi anni della necessaria stabilità politica ed economica. La polarizzazione politica e l’assenza di dialogo fra le forze politiche, caratteristiche non solo del Perù ma del Sudamerica in generale, hanno comportato che spesso la violenza diventa quasi una prassi nelle dinamiche sociali e politiche del Paese. Vari settori commerciali come la ristorazione e il turismo, già messi duramente alla prova dalla pandemia, hanno sofferto moltissimo durante i mesi di instabilità sociale, comportando in alcuni casi anche la chiusura delle attività.

Cosa gli italiani s’aspettano invece dal Governo di Roma?

Gli Italiani in Perù vorrebbero una maggior presenza dell’Italia attraverso un maggiore e migliore copertura dei servizi consolari, sia fisici che virtuali, considerando che attualmente sono estremamente deficienti. Inoltre, auspicano maggiori finanziamenti per le scuole e le associazioni italiane per poter mantenere viva la lingua italiana e le nostre tradizioni; un maggior sostegno alle aziende italiane interessate a investire in Perù sia attraverso la produzione decentralizzata che attraverso l’impor-export: aspetti fondamentali per l’intensificazione delle relazioni commerciali. I due grandi problemi per i cittadini e le aziende italiane in Perù riguardano: l’assenza di un accordo per evitare la doppia imposizione fiscale e la mancanza di un accordo per l’assistenza sanitaria reciproca.

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Videoclip del ‘Movimento Tutela Sociale’ vincitore del Premio ‘Musica per il sociale’ promosso dalle Radio e Televisioni della REA (con sotto intitolazione in spagnolo)