(Foto: sullo sfondo della capitale Lima Paolo Valente)

Servizio di Paolo Valente

A un anno dai feroci scontri che costarono al Perù oltre 80 morti e perdite economiche milionarie il Perù ancora non trova pace. L’aggressione fisica sofferta dal Presidente del Perù Dina Boluarte,  sabato scorso, per mano della vedova di una delle vittime dello scorso anno testimonia lo stato di contrapposizione e di odio che ancora serpeggia nella società peruviana. L’America Latina ha visto negli ultimi anni una radicalizzazione ed una forte polarizzazione della società dovuta ad interessi ed ideologie contrapposte. In Peru a questa complessa situazione va aggiunto  un male endemico e cancerogeno: la corruzione.

Questo male è presente, a diversi livelli, in oltre il 90% delle istituzioni dello Stato: dai piccoli municipi fino ai ministeri passando per le forze dell’ ordine e per quelle militari fino al parlamento stesso del Paese. Questa capillare corruzione non solo causa ingenti danni economici e distorce il mercato ma genera una crisi di valori morali nell’ambito  della stessa identità peruviana. Anni e anni di corruzione hanno generato nel cittadino peruviano una sfiducia e un disprezzo totale verso le istituzioni. La mancanza di fiducia cronica esacerba l’individualismo caratteristico del latino, portato alla ricerca di soluzioni ai margini della legge.

Il commercio abusivo, il contrabbando, le attività illegali come le estrazioni minerarie, la prostituzione, il disboscamento e il gioco d’azzardo sono aumentate negli ultimi anni in modo tragico. In un Paese dove solamente il 25% della popolazione economicamente attiva ha una busta paga e un sistema di protezione sanitaria e pensionistica, le attività illegali crescono a vista con la inerzia, se non complicità, delle autorità. In molte zone del paese le attività di ozio tra cui bar, discoteche e night sono sotto il controllo di mafie colombiane e venezuelane, le stesse mafie che controllano il racket e l’estorsione. 

I parlamentari sono spesso legati ad interessi illegittimi, specialmente al Narcotraffico e alle miniere illegali e sono eletti con enormi campagne pubblicitarie finanziate da loschi personaggi che poi una volta eletti esigono  ai loro sponsorizzati protezione e vantaggi. L’ultima legge approvata dal Parlamento a favore del disboscamento dell’Amazzonia è palesemente un favore pagato alla mafia che vive del taglio indiscriminato nella foresta amazzonica peruviana; negli ultimissimi anni oltre 10 leader indigeni sono stati uccisi impunemente da queste mafie.

L’assenza dello stato ha propiziato la costituzione di veri e propri territori ‘liberati’ dove lo stato non esiste e le attività economiche, prevalentemente l’estrazione mineraria e altre attività private, sono controllate da bande di delinquenti, soprattutto nelle regioni di Puno e Puerto Maldonado e in misura minore ad Arequipa e La Libertad.

Il Perù potrà nei prossimi anni progredire solamente riconciliando le istituzioni con la società. Sarà un percorso lungo e difficile e solamente un grande sforzo di investimenti in infrastruttura logistiche e sociali potrà generare una qualche fiducia nello Stato. Opere tangibili e di immediata fruizione della popolazione: strade, ospedali, scuole, ponti e porti, tutte iniziative che oltre a generare un effetto immediato sull’impiego e sul consumo genererebbero un più lento ma indispensabile effetto sulla critica relazione stato-società.

Paolo Valente

Nota biografica di Paolo Valente

Romano, Paolo Valente risiede in Perù dal 1995, avendo lavorato nella diocesi di Huacho e presso l’Istituto Italiano di Cultura di Lima e dal 2000 ad Arequipa presso l’ Università Statale San Agustin, come docente di lingua italiana e latina. Dal 2002 è titolare della cattedra di lingue antiche e docente presso il Master in Linguistica della stessa Università. Presso la Unsa è stato anche responsabile delle relazioni internazionali e ricercatore. Dal 2007 ricopre il ruolo di Direttore Generale dell’ azienda Obiettivo Lavoro, per la quale ha anche svolto la funzione di Direttore regionale, con a carico la supervisione delle sedi brasiliane, boliviane e argentine. Inoltre, è consigliere a Lima della Camera di commercio italo-peruviana mentre per due anni, dal 2017 al 2019, è stato Presidente del Comitato degli Italiani all’Estero (Comites Perù).