(Foto: Sullo sfondo del mare d’Abruzzo, Fabio Porta, primo firmatario dell risoluzione presentata alla Commissione Affari Esteri)

Riportiamo di seguito testo riportato dall’Agenzia Aise (Agenzia Internazionale Stampa Estero) in merito alle durissime critiche di cinque parlamentari del PD (primo firmatario Fabio Porta eletto nella Circoscrizione Sud America).

“Adottare le iniziative necessarie per rilevare tutte le criticità in essere per la buona riuscita del progetto “Il turismo delle radici – una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post COVID-19” e a porre in essere, in tempi brevi ed utili, iniziative mirate ad invertire una tendenza che rischia di non rispecchiare il cronoprogramma stabilito scongiurando l’implosione di un’iniziativa che non ha raggiunto pienamente gli obiettivi prefissati sul piano concreto, oltre gli aspetti comunicativi”. Questo il dispositivo della risoluzione presentata dai deputati Pd Porta, Di Sanzo, Quartapell, Procopio e Carè presso le Commissioni Affari Esteri e Attività produttive della Camera.
Nella lunga premessa, citata la genesi del progetto e i suoi obiettivi e ricordato che il 2024 è stato dichiarato “Anno delle radici italiane nel Mondo”, i deputati annotano che “esiste un cronoprogramma da realizzare per la buona riuscita del progetto turismo delle radici, al quale sono riservati 20 milioni di euro di spesa”.
“Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale – vi si legge ancora – è attivato in tale direzione, tra l’altro, con il coinvolgimento di figure professionali dedicate per un importo pari a 1.422.000 euro, che, comprende anche la nomina di 16 coordinatori regionali di progetto, attività di sensibilizzazione di comunità locali e di formazione degli operatori, la digitalizzazione e l’indicizzazione dei documenti utili alla realizzazione di ricerche genealogiche, lo sviluppo di una App dedicata, l’individuazione degli itinerari del turismo delle radici da parte degli operatori turistici, con l’istituzione e il potenziamento della rete dei musei dell’emigrazione, l’ideazione e produzione del passaporto delle radici italiane, la campagna di comunicazione con eventi da realizzare all’estero e con il coinvolgimento di testimonials, l’istituzione e promozione di un anno (2024) come anno delle radici italiane nel mondo, la rete di università italiane, la creazione di una piattaforma per lo studio ed il monitoraggio del turismo delle radici e l’assegnazione di borse di studio triennali ai ricercatori parte della rete universitaria”.
Secondo i deputati Pd “i coordinatori regionali non stanno riuscendo a ricoprire con efficacia il ruolo assegnato rivelandosi poco incisivi anche perché in molti casi si tratta di persone con insufficiente conoscenza della realtà delle nostre comunità all’estero e, dall’altro lato, poco pro-attive nel rapporto con le amministrazioni locali”. Inoltre, “si registra l’assenza di un effettivo coordinamento con il mondo dell’associazionismo e della rappresentanza degli italiani all’estero, anche attraverso la presenza di coordinatori in loco per una migliore e più adeguata organizzazione della domanda” e “si rileva uno scollamento tra il coordinamento messo in piedi tra la struttura tecnica ed il ruolo dei coordinatori dei sindaci, individuati dal Maeci che non sono inseriti in un meccanismo progettuale e operativo che coinvolga tutti gli attori”.
E ancora: secondo i firmatari della risoluzione la distribuzione di risorse “a pioggia” ai piccoli comuni in maniera frammentata, privilegiando iniziative di scarso impatto strutturale sull’attrattività degli italo-discendenti, come sagre paesane o feste di paese, non aiuta a rendere il progetto integrato e riconoscibile; non è chiaro ed evidente il rapporto e la divisione dei ruoli tra Italea e il Maeci; esiste un ritardo nell’operazione “passaporto delle radici”, ancora in fase di rodaggio; è evidente un mancato coordinamento con l‘Enit e con le regioni; vi è l’assenza di un coinvolgimento strutturale ed effettivo del mondo degli italiani all’estero sia a livello istituzionale che associativo”.
“Tutto questo – secondo i deputati dem – fa ritenere che vi sono aspetti da correggere in corso d’opera se non si vuole rischiare il fallimento stesso del progetto “Turismo delle radici” che è una grande intuizione da implementare in maniera sinergica e sistemica in Italia e all’estero tra le nostre comunità. Tale progetto, infatti, rappresenta un’occasione preziosa di sviluppo delle aree interne e dei piccoli centri e una opportunità per rivitalizzare le comunità italiane nel mondo attivando un meccanismo nuovo di promozione del nostro Paese all’estero”.
Per queste ragioni, con la risoluzione si vuole impegnare il Governo “ad adottare le iniziative necessarie per rilevare tutte le criticità in essere per la buona riuscita del progetto «Il turismo delle radici – una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post COVID-19» e a porre in essere, in tempi brevi ed utili, iniziative mirate ad invertire una tendenza che rischia di non rispecchiare il cronoprogramma stabilito scongiurando l’implosione di un’iniziativa che non ha raggiunto pienamente gli obiettivi prefissati sul piano concreto, oltre gli aspetti comunicativi”. (aise)