Due Ambasciatrici latino americane si sono confrontate a Roma sul grave problema dei cambiamenti climatici: Adriana Rivas Franchini (del Perù) e Stephanie Hochstetter Skinner-Klee (del Guatemala). A organizzare l’evento è stato Mediatrends America – Europa, con la partecipazione di diversi diplomatici e giornalisti, e il patrocinio dell’Istituto Cervantes di Roma, nonché della Fondazione spagnola FPSC. Titolo del convegno: Quale ruolo possono giocare l’Europa e l’America Latina per il raggiungimento di un accordo globale sul cambio climatico). A moderare il dibattito è stato il giornalista peruviano Roberto Montoya.

 

Durante l’incontro si è parlato anche dell’enciclica papale Laudato SI. Per l’Ambasciatrice peruviana, “il Papa rappresenta oggi la posizione più avanzata in materia ambientale e il suo messaggio potrebbe  incidere profondamente sulle coscienze”. Per la Rivas, il Papa si è soffermato a lungo sulla considerazione che il mondo è di tutti, sia dei Paesi ricchi che di quelli in via di sviluppo e che la salvezza dipende ugualmente da tutti. L’Ambasciatrice si è dichiarata, in ogni caso, ottimista sul futuro ambientale.

 

Da registrare che in Perù lo scioglimento dei ghiacciai è diminuito sensibilmente negli ultimi trent’anni, causando gravi problemi idrici, elettrici e di irrigazione dei campi agricoli. Ormai la questione non viene più affrontata essenzialmente dagli ambientalisti ma è diventata una priorità per il Governo e per tutte le istituzioni responsabili. Da ricordare che in Perù si è svolta la precedente conferenza sul clima. In quella circostanza sono state gettate le basi per una serie di accordi vincolanti e orientati verso il 2020.

 

Per l’Ambasciatrice del Guatemala Stephanie Hochstetter, che è anche la Presidentessa dell’IILA, l’Istituto Italo Latino Americano con sede a Roma (al quale aderiscono i vari Paesi latino americani rappresentati in Italia), “ormai tutte le persone, indipendentemente dal loro ruolo e responsabilità, avvertono chiaramente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Le parole del Papa potranno, quindi, avere un peso considerevole anche se le trattative sono molto complesse a causa dei numerosi interessi in gioco”.

 

L’Ambasciatrice ha poi ricordato che anche il Guatemala ha sofferto pesanti conseguenze sul fronte dei cambiamenti climatici, delle biodiversità, della conservazione dei boschi, Tutto ciò ha avuto dei contracolpi anche sul piano sociale, come il fenomeno dell’emigrazione e della produzione alimentare. Per l’Ambasciatrice è fondamentale creare un nuovo modello di sviluppo che consenta di perseguire politiche ambientali, supportate da nuove tecnologie e adeguati incentivi finanziari. Infine, per la Hochstetter, “gli acordi saranno comunque effettivi  e vincolanti solo se si riuscirà a far prevalere una vera e generale solidarietà ambientale”.

 

Oltre alle due relatrici, sono intervenute anche l’Ambasciatrice di El Salvador, María Eulalia Jiménez e l’incaricata d’affari della Bolivia presso il Vaticano Erica Farfán, che si sono soffermate su diversi aspetti, tra cui le conseguenze del fenomeno atmosferico marino ‘El Nino’ (che quest’anno dovrebbe essere il più acuto del secolo) sull’Agricoltura. Tutti si sono, comunque, trovati d’accordo nel sostenere che occorre raggiungere degli accordi globali che tengano conto dei diversi gradi di sviluppo dei singoli paesi, favorendo, tra l’altro, un adeguato trasferimento di tecnologia.