(Foto: Stefania Serpetta) Sposata con una figlia,  giornalista dal 1979, Stefania Serpetta dirige la nota Radio Incontro di Terni fondata il 22 ottobre del 1978 dal suo padre Marcello Serpetta, nel pieno boom delle emittenti locali e private. L’idea è partita da un gruppo di studenti che alternavano la scuola e gli esami alle serate di musica e alla passione per la “Radio”. In tutti questi anni la Serpetta ha sempre cercato, insieme ai vari collaboratori, di registrare le tendenze, i cambiamenti e le innovazioni del tempo. Inoltre ha dedicato una particolare attenzione alle problematiche sociali, anche sul piano internazionale. Me ecco cosa ha detto in questa breve intervista rilasciata a Punto Continenti.

Ci racconti un po’ come è nata e come è strutturata Radio Incontro?

Siamo nati nel 1978 su iniziativa di un gruppo di giovani che volevano vivere il fenomeno delle “Radio Libere”. La nostra radio trasmette in FM, in streaming e con l’ App dedicata. È molto seguita anche sui social dove ha una presenza importante. La radio si rivolge a tutti anche se la scelta musicale è particolarmente dedicata ai giovani.

Attualmente state  gestendo un notiziario dedicato all’Ucraina realizzato in collaborazione con emittenti locali. Come è nata questa iniziativa?  

Il Gr sull’Ucraina è un servizio autoprodotto dalla REA per il circuito delle 100 Radio ed è nato per dare un informazione libera in un momento particolarmente difficile. Si tratta anche di un gesto di solidarietà verso il popolo e radio locali. In ogni caso Radio Incontro ha sempre avuto una particolare attenzione per le problematiche internazionale.

Quali sono i vostri obiettivi futuri?

I nostri obiettivi sono quelli di continuare ad informare e intrattenere  gli ascoltatori valorizzando soprattutto il nostro territorio.  Diamo, cioè, voce alla nostra città in tutti i settori, dalla cultura allo sport, dalla politica all’attualità, con particolare attenzione al sociale. E parlando di futuro, non possono non rimarcare che in questo momento anche in Italia le radio e televisioni locali stanno attraversando un momento molto difficile. Certo, niente a che vedere con le bombe riversate sui i nostri colleghi ucraini ma vi assicuro che a causa di una serie di leggi e provvedimenti assurdi e ingiusti, anche molti di noi rischiano di dover chiudere presto con gravi danni sul piano occupazionale e della libera informazione.