Mediatrends America-Europa, Osservatorio indipendente che studia le tendenze dell’informazione internazionale, ha avviato il nuovo ciclo invernale di incontri tra diplomatici, esperti e giornalisti  in una saletta dell’albergo Giustiniano di Roma. Il primo appuntamento, coordinato come sempre dal giornalista peruviano Roberto Montoya, ha focalizzato l’attenzione sul recente viaggio di Papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti, viaggio che si è svolto dal 19 al 28 settembre e che ha visto la presenza del Papa all’Avana e Santiago di Cuba,  a New York, Washington e Filadelfia, nonché il suo intervento al Congresso degli Stati Uniti e all’Assemblea dell’Onu. Il viaggio si è concluso a Filadelfia con l’Incontro mondiale delle famiglie, appuntamento dal quale ha avuto origine l’idea di un viaggio negli Usa, poi ampliatosi all’isola caraibica. Papa Francesco, ha reso, inoltre, omaggio a New York a Ground Zero, dove sorgevano le Twin Towers.

 

Tra i relatori invitati da Mediatrends ci sono stati Valentina Alazraki (Vaticanista Televisiva Tv Messico), Francis Rocca (Vaticanista WJS) e Alan Holdren (Vaticanista Catholic News Agency) che hanno seguito da vicino il viaggio del Papa. Nel corso dell’incontro sono intervenuti anche diversi Ambasciatori accreditati presso lo Stato del Vaticano (dell’Ecuador, del Guatemala e del Cile) e giornalisti che si occupano di questioni internazionali. Da ricordare che il viaggio del Papa è avvenuto a coronamento del disgelo tra Cuba e gli Stati Uniti che ha visto la Santa Sede svolgere un ruolo di primissimo piano.

 

Per Valentina Alazraki il viaggio del Papa avrà senz’altro un forte impatto morale anche se è difficile immaginare delle conseguenze, soprattutto a breve termine, sul piano politico. Il riferimento riguardava il deciso No del Papa alla pena di morte (infatti, solo pochi giorni dopo il viaggio é stata eseguita una condanna capitale) o la sua opposizione al matrimonio tra persone dello stesso sesso. La Alazraki  ha poi fatto un accostamento tra il viaggio in Polonia di Papa Giovanni Paolo II, quando esortò i fedeli a difendere l’identità religiosa, e questo viaggio con l’esortazione di Papa Francesco rivolta agli immigranti a non vergognarsi delle proprie origini e tradizioni.

 

Francis Rocca ha messo in risalto la grande capacità diplomatica del Papa che in un modo sereno si è soffermato in diverse circostanze sull’importanza del dialogo.  In questo quadro il suo appello alla libertà religiosa appare come uno degli obiettivi più significativi e drammatici, visto quello che sta accadendo nel mondo.

 

Infine, per Alan Holdren, Papa Bergoglio  deve necessariamente fare i conti con le diverse resistenze anche nel mondo cattolico e in ambienti ostili a questa ventata di novità. Per Holden, il Papa dimostra, comunque, una grande capacità di collocarsi al di sopra delle parti senza lasciarsi inquadrare in categorie politiche molto care alla stampa.

 

La sensazione complessiva, comunque, è che il Papa stia guadagnando un ampio consenso tre la gente normale, anche quella di estrazione e formazione religiosa completamente diversa dalla sua, mentre crescono le resistenze all’interno di una parte della Curia e le sue prese di posizione iniziano a destare ‘preoccupazione’ in certi ambienti economici. Non a caso il suo insistente interesse per i più poveri e per la parte più umile della popolazione comincia ad essere catalogata da una certa pubblicistica entro confini politici che non gli appartengono. Diceva il grande teologo brasiliano Don Elder Camera: “Quando do da mangiare ai poveri dicono che sono un Santo. Quando domando perché sono poveri, dicono che sono un comunista”.

 

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