Mi chiamo Alessandra de Iurco e sono nata a  Padova il 26 gennaio del 1984. Fino al 2013 ero una tatuatrice. Ho studiato come maestro d’arte in decorazioni pittoriche  all’istituto d’arte Pietro Selvatico. Non sono sposata e non ho figli, convivo da quasi undici anni con la mia compagna. Dopo la diagnosi di sensibilità chimica multipla  (MCS) nel marzo del 2013 ho sospeso qualsiasi attività artistica e quindi lavorativa. La ricerca di ritrovare la salute occupata gran parte della mia giornata.
Trascorro molte ore studiando rimedi naturali, piante e metodi per detossicare il corpo dai metalli pesanti, contrastare i sintomi  dalla chimica e del elettrosensibilità. Non è  semplice datare l’inizio della patologia, essendo multisistemica colpisce nei modo più  svariati fino a cronicizzarsi. Durante l’infanzia ho sofferto di problemi alle vie respiratorie (ricorrenti bronchiti, polmonite ed otiti). Dopo lo sviluppo, all’età di 8 anni ho iniziato ad avere reazioni cutanee simili alla psoriasi ed  eczemi. Con l’adolescenza sono peggiorati e so sono aggiunti stati depressivi.
Nel 2005 ho iniziato a fare analisi ricorrenti per reazioni allergiche inspiegabili con normali test. Essere affetti da una malattia rara rende difficile la comprensione comune. Nel caso della sensibilità chimica multipla  parlerei più di malattia orfana e scomoda da riconoscere. Siamo il 6% della popolazione italiana, alcuni di noi sono al limite dell’intossicazione. Proprio  in questi giorni, il 22 febbraio 2017 il ministero della salute ha deciso di non tenere conto degli ultimi studi fatti sulla patologia e tornare al 2008.
Dichiarando così insufficienti le prove scientifiche per affermare che la MCS esista e facendola tornare ad essere una paologia psichiatrica trattabile come tale. Ho deciso di vivere in Spagna a Barcelona nel 2010 in principio per poter fare arte, cosa che un tempo esprimeva tutta la mia essenza. Ora vivo li per trattare la patologia con la cannabis e rimedi ayurvedici. Dal 2014 dopo il riconoscimento della malattia trovo abbastanza comprensione nelle strutture, anche se manca la conoscenza della sindrome. Cerco di non pensare tropo al mio futuro per riuscire a vivere. Coltivo sogni con la giusta dose di realtà, cercando di materializzare un domani migliore dove le malattie ambientali non trovano origine.

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