Nei primi giorni di marzo sono state oltre 20 mila le visualizzazioni di filmati riguardanti il Progetto REA (Radiotelevisioni Europee Associate) di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sull’assoluta necessità di creare in Italia e nel mondo un nuovo Stato Sociale. Solo il filmato Il seme di un Nuovo Stato Sociale (che sintetizza le varie tappe del Progetto) in poco più di due mesi (è stato messo in rete nel mese di dicembre del 2016) ha registrato più di 1.300 visualizzazioni sui social media. Sono risultati più che confortanti per un argomento complesso e impegnativo. Qualcuno potrebbe obiettare: Ma cosa sono 20 mila visualizzazioni rispetto a 60 milioni di cittadini? Certamente sono pochi, anzi, pochissimi. Tuttavia, chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la rete, sa benissimo quanto sia difficile catturare l’interesse per filmati che non siano musicali, leggeri, divertenti o erotici, e che abbiano una durata superiore ai due minuti.

 

 

Per la cronaca, tutto è iniziato un anno fa (marzo 2016) quando, a seguito di una serie di episodi di ingiustizia quotidiana, un gruppo di giornalisti che gravitano intorno alla REA, ha deciso di intraprendere, in forma autonoma e indipendente  dai partiti e dalle forze economiche e sociali, una battaglia con due obiettivi precisi: 1) Ridurre sensibilmente i costi dei servizi essenziali con l’aiuto della tecnologia; 2) Consentire a tutti di guadagnare l’indispensabile per condurre una vita minimamente dignitosa.

 

I 7 Bisogni Capitali

Considerata la complessità della materia si è deciso di delimitare il campo d’azione per puntare sui cosiddetti 7 Bisogni Capitali che ogni Stato Sociale degno di questo nome dovrebbe assolutamente tutelare. Eccoli: 1 – Nutrirsi, 2 – Vestirsi, 3 – Avere un Tetto, 4 – Curarsi, 5 – Istruirsi, 6 – Avere una tutela legale, 7 – Avere una corretta informazione. Il passo successivo è stato quello di interpellare, ascoltare e coinvolgere esperti e persone sensibili a queste problematiche. Furono così progettati 9 video realizzati in modo molto semplice ed economico: uno di presentazione, sette dedicati ai singoli Bisogni Capitali e uno riassuntivo e conclusivo. Inoltre, dai vari archivi video sono state selezionate e proiettate numerose testimonianze di personaggi illustri. In aggiunta a tutto ciò sono stati creati diversi siti e gruppi in rete (tra cui anche nuovostatosociale su face book), pubblicati articoli, inchieste, interviste, ecc.

 

Da sottolineare che quasi tutte le persone coinvolte (oltre una cinquantina) hanno continuato a collaborare al Progetto costituendo praticamente il nucleo storico che via via si propone di ridare slancio all’esistenza di un forte Stato Sociale non solo in Italia ma anche in Europa e nel mondo. L’unico modo, infatti, per contrastare le diverse conseguenze nefaste della globalizzazione economica è proprio quella di stimolare tutti i Paesi a favorire una concreta globalizzazione sociale. Tornando all’Italia, va rilevato che un ruolo fondamentale nell’ambito del Progetto è stato affidato all’arte e alla cultura, nella consapevolezza che le insuperabili bellezze naturali, artistiche e archeologiche italiane, se gestite al massimo delle loro potenzialità, potrebbero da sole alimentare i fondi necessari per uno Stato sociale dignitoso.

 

Prossimi passi

Nel breve e medio periodo verranno organizzate una serie di manifestazioni (incontri con forze politiche, economiche e sociali, partecipazione a convegni, pubblicazione e presentazione di libri, realizzazione di video e documentari, organizzazione di spettacoli musicali e teatrali) intese a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’assoluta necessità di fermare il graduale smantellamento di ogni forma di solidarietà e assistenza sociale. Nel frattempo verrà elaborata anche una carta dei Bisogni Capitali.

 

Naturalmente le resistenze saranno notevoli, su tutti i fronti. Ma ciò non deve scoraggiare. Al contrario, occorre proseguire in fretta nell’opera di sensibilizzazione sui pericoli a cui stiamo andando incontro tutti. E per ‘tutti’ s’intende ovviamente anche i ricchi.  Quell’1% della popolazione mondiale che detiene il 99% di tutte le ricchezze prodotte dovrebbe essere il primo a capire che questa situazione è ormai insostenibile. Senza adeguati ammortizzatori sociali, le emigrazioni di massa, la disoccupazione dilagante, l’esistenza di milioni di affamati, le malattie endemiche, il fanatismo religioso, il terrorismo, l’ignoranza, le nuove schiavitù, rischiano di provocare un vero e nuovo Big Bang dalle conseguenze incalcolabili.

 

Certo, non sarà un piccolo gruppo di persone a poter evitare questa catastrofe generale. Nemmeno un piccolo Paese come l’Italia, anche se storicamente può vantare il fatto che già duemila anni fa l’Imperatore Traiano aveva creato a Roma il primo sistema organico di Stato Sociale, ancora oggi superiore a quello di molti Paesi del mondo. Quello che invece un piccolo gruppo di persone può fare, (soprattutto se supportato da una rete di giornali, radio e televisioni, nonché da enti culturali, economici e sociali) è quello di lanciare il Seme di una vasta riflessione collettiva fino ad elaborare un disegno di legge di iniziativa popolare da portare in Parlamento. Se questo disegno di legge riuscirà a raccogliere almeno un milione di firme, difficilmente il Legislatore potrà fare finta di niente. A quel punto, un’Italia più sociale potrà contribuire, avendo le carte in regola, a rendere anche Europa e il mondo maggiormente a dimensione d’uomo.

 

 

 

Da vedere: Il Seme di un nuovo Stato Sociale