L’ultimo dipinto (immagine sopra) lo ha dedicato al Progetto REA (Radiotelevisioni Europee Associate) di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla necessità di creare un nuovo Stato Sociale. Parliamo di Sonia Bucci (nel riquadro) la bella ed eccentrica pittrice, sicuramente una delle artiste maggiormente impegnate socialmente. I suoi dipinti esprimono sempre messaggi forti, a volte sono un vero pugno nello stomaco, ma non lasciano mai indifferenti. “La mia”, dice, ‘è un’arte che parla al mondo e per il mondo”. Nota particolare: spesso i suoi quadri sono accompagnati da brevi poesie che integrano il contenuto dei dipinti.

 

Attualmente l’artista vive a Città di Castello insieme ai genitori e al fratello. Madre di due figli (il marito americano è morto in un incidente) la Bucci ha iniziato a dipingere giovanissima. Superato un grave problema di salute ha deciso di dedicare tutto il suo impegno artistico a richiamare l’attenzione su alcuni gravi problemi sociali, come la fame, il traffico di organi, il femminicidio, lo stalking, ecc.

 

Questa caratteristica, abbinata a un talento decisamente originale, ha consentito alla Bucci di essere invitata ad alcuni eventi internazionali, tra cui una grande mostra a Parigi presso la nota Galleria Artitude, diretta da Jean Pierre Lorriaux e una mostra collettiva dedicata al sociale nel Principato di Monaco: il suo dipinto è stato selezionato tra centinaia  di candidature.

 

In questo momento la Bucci sta preparando un nuovo quadro incentrato sulla pedofilia commissionato da un Cardinale: l’opera verrà solennemente consegnata a Papa Francesco con il quale la Bucci dichiara di sentirsi in perfetta sintonia spirituale. All’artista abbiamo quindi chiesto cosa l’avesse spinta a dedicare inaspettatamente un quadro anche al progetto di trasformazione sociale della REA. Ecco la sua risposta:

 

“E’ da tempo che seguo l’attività di questo gruppo di persone che non si limita a protestare ma che cerca collettivamente di risolvere alcuni grandi problemi sociali sintetizzati nei cosiddetti 7 Bisogni Capitali. Ho chiamato il mio quadro Esperanza proprio perché ho la fiducia e la speranza in questo tipo di iniziative. Ognuno dà quello che può: io do la mia arte con l’augurio di essere utile anche con le mie esperienze, pensieri e azioni”.

Vedere il video della REA: Il seme di un nuovo Stato Sociale