Foto: a sinistra il ministro Giorgetti. A destra Antonio Diomede intervistato nel corso di una manifestazione

 

Riportiamo di seguito la lettera inviata da Antonio Diomede, Presidente della REA (Radiotelevisioni Europee Associate) al Ministro per lo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, con l’obiettivo di trovare una soluzione ai gravi problemi che in questo momento attanagliano l’intero settore delle radio e televisioni locali. 

 

Egregio Ministro Sviluppo Economico

On.le Giancarlo Giorgetti

 

con piacere registriamo il cambio al Ministero dello Sviluppo Economico nella speranza di avviare un dialogo positivo per riformare profondamente il settore della emittenza locale. Siamo certi che dialogando positivamente potrà contare sulla nostra modesta collaborazione per lo svolgimento del difficile mandato che l’aspetta per far uscire il Paese e il comparto radiotelevisivo locale dal tunnel di una crisi stimata irreversibile, ma che in effetti è possibile vincerla con una ferma volontà politica in unione a una grande competenza.

Per quanto ci compete nel ruolo di piccoli e medi editori, siamo fortemente impegnati a innalzare il livello della programmazione locale per renderla di “pubblica utilità” a disposizione del cittadino con servizi informativi plurali a tutto campo sullo stato sociale, economico, culturale, artistico e dell’artigianato ai fini della valorizzazione del made in Italy nel mondo attraverso l’attività della nostra sezione REA International.

Per quanto di competenza dei passati Governi e MISE, purtroppo, fino ad oggi non abbiamo trovato un riscontro positivo alle nostre istanze relative alla ripartizione delle risorse frequenziali ed economiche per la semplice ragione che hanno prevalso gli interessi delle lobby presenti nel settore a discapito dell’interesse generale e del Paese.

Parliamo del modo con cui è stata programmata la pianificazione delle frequenze televisive, della capacità trasmissiva, della numerazione dei canali sul telecomando, della ripartizione delle risorse economiche a disposizione del pluralismo e l’innovazione tecnologica. Argomenti che, quando si tenta di entrare nel merito dell’interesse pubblico e delle imprese per mantenere alto il livello occupazionale vengono elusi per farne oggetto di interessi lobbystici mediante parole d’ordine del tipo “No risorse a pioggia. Si alla qualità di Auditel”. Incredibile ma vero quando si riscontra che una società privata, del tipo Auditel, non certificata da alcun ente, partecipata dalla crema del lobbismo italiano nel campo degli indici di ascolto, i quali rilevamenti determinano la spartizione della torta della pubblicità, possa per Decreto 146/17 determinare la vita o la morte di una impresa se ad essa non è associata o di essa non si intende servirsene.

Per quale ragione una emittente locale dovrebbe affidare ad Auditel il rilevamento del proprio ascolto? Le partecipate di Auditel sono le Reti Nazionali e Confindustria Radio Televisioni tutte concorrenti delle locali nello stesso mercato della pubblicità.

Per amore di verità va anche detto, Signor Ministro, che la predetta associazione Confindustria opera a tutto campo nelle istituzioni con una dialettica da “dominus” del settore e diffamatoria nei riguardi delle altre associazioni, quando in una delirante lettera ampiamente smentita dalla Autorità della Concorrenza e del Mercato, sostenendo la verità assoluta sul DPR 146/17, afferma di rappresentare, unitamente agli amici di cordata Aeranti e Alpi, il 99,8% del settore.

Orbene, a questo punto crediamo sia il caso che il MISE (o l’AGCOM) prenda la decisione di stabilire norme trasparenti sul grado di rappresentatività in modo che ogni associazione sia considerata per il peso effettivo che ha in base al numero degli iscritti presenti nel Libro soci annualmente depositato presso il ministero. Solo in tal modo si potrà constatare la consistenza numerica di Confindustria Radio Televisioni nel settore ivi comprese quelle associazioni “ad personam” come Alpi presenti ai Tavoli senza avere ne arte ne parte per gli interessi generali se non quelli propri.

“Libera informazione in Libero Stato” è il principio base della REA. La REA è l’associazione storica datoriale delle piccole e medie imprese radiotelevisive rifondata nel 1998 (ex SRE del 1982). La REA conta 420 marchi associati tra radio e tv in corso di conferma* per via dell’azzeramento annuale del Libro Soci per consentire alle imprese la volontaria rinnovata adesione, di anno in anno, al fine di mantenere sempre una reale rappresentatività.

La rappresentatività della REA è confortata sia dall’alto numero di iscritti (circa 25% del settore) che dalle 15 sedi di rappresentanza presenti in tutte le regioni come “Coordinamenti Regionali REA” (Sicilia, Calabria, Campania, Puglia/Basilicata, Marche, Molise/Abruzzo, Umbria/Lazio, Toscana, E.Romagna, Veneto, Friuli VG/Trentino AA, Liguria, Lombardia, Piemonte/V.Aosta, Sardegna.

La REA è firmataria del Contratto Collettivo di Lavoro con il sindacato Libersind/Confsal. E’ firmataria di tutti i Codici di autoregolamentazione del settore (TV & Minori, Televendite, Comunicazioni politiche par condicio, Media & Sport) estesi per adesione ai propri associati.

Concludendo: auspichiamo che si possa dialogare diversamente dalla passata gestione e che ciò avvenga in un appropriato Tavolo di lavoro per l’Emittenza locale mirato a trovare soluzioni condivise per salvaguardare la stessa esistenza delle imprese e la massima occupazione nel settore.

Abbiamo fiducia che sotto la Sua gestione il rapporto con le Parti sociali potrebbe cambiare

sempre che la delega alle comunicazioni venga assegnata a persona competente e davvero al di sopra di interessi di parte. Pertanto ci aspettiamo a breve una Sua convocazione congiuntamente alla Direzione Generale di Viale America per un chiarimento distensivo nel rapporto istituzionale quale fondamentale premessa per una proficua collaborazione.

Buon lavoro e auguri per un atteso meritato successo al servizio del Paese. lì, 15 febbraio 2021

Antonio Diomede
Presidente della REA