FOTO: nel riquadro Paolo Iafrate 

 

Il Movimento Tutela Sociale, promosso dalla REA (Radiotelevisioni Europee Associate) e dall’Università Internazionale per la Pace (istituita dalle Nazioni Unite nel 1980) si propone di perseguire essenzialmente 7 Diritti Capitali: 1) Diritto al Lavoro o al Reddito Universale; 2) Diritto a una sana Alimentazione; 3) Diritto allo Studio; 4) Diritto alla Casa; 5) Diritto alla Salute; 6) Diritto a un’Assistenza Legale Umanitaria; 7) Diritto a informare ed essere informato. Su questi argomenti vengono intervistati docenti universitari, professioni, giornalisti, rappresentanti del mondo lavorativo e persone particolarmente attive e sensibili alle tematiche sociali. E’ la volta dPaolo Iafrate, dottorato presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” in Sistema Giuridico Romanistico ed Unificazione del Diritto – indirizzo Diritto Musulmano e dei Paesi Islamici. Per chi fosse interessato a questi argomenti suggeriamo di iscriversi alla Pagina Facebook  Movimento Tutela Sociale https://www.facebook.com/groups/508452549970758 

Iafrate si occupa spesso del diritto dell’immigrazione, sia come docente a contratto che avvocato, nonché di diritto penale, diritto musulmano e diritti umani. Numerosi sono i suoi contributi in materia di immigrazione e asilo, diritto minorile nonché sulle denunce presentate contro i cittadini stranieri.  Componente del Comitato strategico del Centro Ricerche Economiche e Giuridiche (CREG), Iafrate è anche Docente e componente del comitato scientifico del Master in Economia Diritto e Intercultura delle Migrazioni (MEDIM) presso l’Università di Roma “Tor Vergata”.  Infine è componente delle Commissioni: Diritti Umani, dei cittadini comunitari e degli stranieri e procedura penale dell’Ordine degli Avvocati di Roma. In questa intervista realizzata da Maurizio Miranda, Iafrate si sofferma sul Reddito Universale (primo Diritto Capitale), una delle proposte più avanzante sul piano economico e lavorativo e attualmente allo studio in diverse prestigiose Università nel mondo. 

(Rainero Schembri, Coordinatore del Movimento Tutela Sociale)

 

Cosa si intende per reddito universale?

Secondo l’Economist, l’istituzione di un reddito universale costituisce un reddito base per rendere la transizione più umana. Al riguardo, occorre perfezionare e rendere più protettivo, inclusivo e promozionale il welfare che abbiamo già costruito con lotte di decenni, guardando, però, costantemente ai processi che si stanno imperiosamente affermando.

Cosa si intende per reddito minimo?

Il “reddito minimo” in Europa è riportato in diversi documenti europei, a carattere programmatico e di indirizzo (Raccomandazioni della Commissione o Risoluzioni del P.E.), o  normativo (Carta di Nizza, Carta sociale europea, Carta dei lavoratori comunitari). Nella seconda Convenzione europea esistono due linee di sviluppo istituzionale e giuridico lungo le quali comunque si è consolidata la necessità di garantire una esistenza libera e dignitosa, in prospettiva giustiziabile e momento di orientamento delle politiche sociali dell’U.E. Secondo quest’ultima il diritto è individuale e non sottoposto a condizioni e concerne i cittadini e non i soli” lavoratori”, così come sono privi di vincoli i sostegni previsti per i disoccupati dalle convenzioni dell’ILO. Tanto più, che secondo l’art. 34 il reddito di base rappresenta un diritto sociale fondamentale.

Ci sono paesi europei che stanno sperimentando il reddito universale?

In Germania è in corso uno studio per verificare gli effetti del reddito universale, misura socioeconomica per consentire a tutti i cittadini un sussidio mensile privo di condizioni. In proposito, alla fine di novembre del 2020 sono state selezionate in modalità causale 20.000 persone tra quelle che si sono autocandidate all’esperimento (si stima siano oltre 1 milione). Tra di esse, attraverso il colloquio, saranno individuate 1.500 per partecipare allo studio, che dovrebbe iniziare nella primavera del 2021. L’obiettivo è individuare quali mutamenti nella vita di un partecipante in base a coloro che hanno percepito e chi non ha percepito il reddito.

Quali sono le prospettive future

In questi anni si sono ridotte le distanze medie tra Paesi ricchi e Paesi poveri, ma è altrettanto vero che tali differenze si sono amplificate all’interno dei singoli Paesi, sia in quelli in via di sviluppo dove all’inasprimento delle disuguaglianze si sono aggiunti i danni ambientali provocati da una crescita senza regole, sia in quelli ricchi e sviluppati dove si assiste ad una progressiva mercatizzazione delle nostre società. Nella nostra Costituzione si evidenzia che all’art.2  «la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo» come indicato all’articolo 1 della Dichiarazione universale, secondo cui «tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti». La normativa costituzionale garantisce quindi il diritto di ognuno ad ottenere dallo Stato il riconoscimento e la difesa delle proprie libertà, che sono inviolabili. La Dichiarazione prevede: «il riconoscimento della dignità di tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo». Attualmente la realtà ci pone innanzi a nuove opportunità e a nuovi ostacoli al progresso dei diritti umani.

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