E ora cosa succederà in Colombia, dopo che un referendum popolare ha bocciato l’accordo siglato dal Governo di Bogotà con i guerriglieri delle FARC?

Questa domanda cruciale è stata messa al centro dell’incontro organizzato dall’Osservatorio  Mediatrens America-Europa al quale hanno partecipato il nuovo Ambasciatore della Colombia in Italia Juan Rafael Mesa Zuleta, il portavoce della Comunità di Sant’Egidio per la pace in Colombia Gianni La Bella e il giornalista colombiano Nestor Ponguta, nonché diversi rappresentanti del mondo diplomatico accreditato in Italia e della stampa. A moderare l’incontro à stato il giornalista peruviano Roberto Montoya che è anche Segretario Generale della stampa estera in Italia.

Per La Bella occorre tenere presente che il conflitto armato dura ormai da oltre mezzo secolo coinvolgendo direttamente o indirettamente il 40% della popolazione. Di questo conflitto vengono comunque effettuate due letture diverse: per il Presidente Santos si tratta di una guerra interna; per l’ex Presidente Uribe la guerriglia è composta solo da un gruppo di banditi che va assolutamente punito. Per la Bella l’accordo è comunque un risultato  importante che potrebbe servire da modello anche per altre pacificazioni in altre località del mondo.

Sia l’Ambasciatore Zuleta che il giornalista Ponguta si sono soffermati sui grandi ostacoli che la Colombia ancora deve superare. Durante l’incontro è emersa anche la preoccupazione su come una volta sottoscritta la pace si riesca anche a fermare il narcotraffico che spesso ha finanziato la guerriglia. In Colombia operano, poi, diversi altri gruppi di guerriglieri come, ad esempio, l’ ELN e altre formazioni minori.

 

Molti si chiedono, inoltre, come i membri delle FARC utilizzeranno gli ingenti fondi finanziari in loro possesso e che, secondo l’ex Presidente Uribe, consentirebbero in qualsiasi momento di creare il più potente esercito dell’America Latina. Non poche perplessità suscita anche la volontà delle FARC di ‘istituzionalizzarsi’ creando un vero partito che se non a livello centrale potrebbe condizionare pesantemente la politica locale.

Ora il Presidente Santos sta lavorando per concludere un nuovo accordo di pace. Ancora non è chiaro se anche questo nuovo accordo verrà sottoposto a un referendum popolare. Il Presidente confida in una maggiore partecipazione di tutti gli strati sociali della Colombia, tra cui anche la chiesa che rispetto al referendum ha mantenuto una posizione essenzialmente neutrale.