Foto: Da sinistra l’attuale Presidente Jair Bolsonaro, l’ex Presidente Inàcio Lula e il giornalista Roberto Montoya.

 

Dove va il Brasile? Questa domanda si è posta Mediatrends America – Europa (https://www.mediatrendsamerica.com), “un Osservatorio indipendente”, così si legge nel sito di presentazione, “che studia le tendenze dell’informazione internazionale. Questa volta è stata messa sotto la lente di ingrandimento il Brasile che sta vivendo una situazione politica, sociale, economica e informativa molto convulsa. Tutto ciò è aggravato dalla pesante crisi sanitaria derminata dalla pandemia. Detto ciò, il Brasile rimane sempre un elemento trainante per l’intera America Latina. Ma in che modo questa complessa realtà viene percepita sul piano mediatico e a livello internazionale?

 

Prima di andare avanti va registrato che come ospiti di riguardo il giornalista peruviano Roberto Montoya nella veste di padrone di casa ha chiamato due illustri giornalisti e studiosi brasiliani collegati da San Paolo del Brasile. Il primo è stato Carlos Alberto Di Franco, editorialista di diverse testate brasiliana (tra cui il prestigioso O Estado de Sao Paolo, meglio conosciuto come Estrado). Di Franco è anche  professore di ética e di comunicazione, nonché direttore di programmi di strategie digitali. Il secondo ospite speciale  è stato Marcelo Musa Cavalari, giornalista, traduttore, scrittore e direttore di ACI Digital, un notiziario di ispirazione religiosa. All’incontro hanno poi partecipato diversi giornalisti italiani e latino americani residenti in Italia tra cui: Sergio Mora, argentino, giornalista, membro del consiglio direttivo dell’arsa (Associazione Romana di Studi e Solidarietà), accreditato presso l’Associazione della stampa estera in Italia; Gina de Azevedo Marques, brasiliana, collabora per l’emittente brasiliana Globonews e per il quotidiano Folha de S.Paolo e Rainero Schembri, italiano, direttore di REA International (Radiotelevisioni europee Associate) che ha vissuto per 15 anni in Brasile e che attualmente coordina anche l’MTS, il Movimento Internazionale d’Opinione che si occupa soprattutto di questioni sociali ed ambientali.

 

Dall’incontro è emerso che il Brasile sta vivendo un momento di grande polarizzazione. Ciò è dovuto anche a causa di due scandali clamorosi: il mansalao e il Lava Jato. Il primo riguardava una pesante compra-vendita di voti in Parlamento. L’altro si riferisce a una mega corruzione collegata alla Petrobras, la grande compagnia petrolifera brasiliana. Questi due scandali hanno finito per travolgere tutto il panorama politico brasilano e, in particolare, il Partito dei Lavoratori (PT). A pagare il conto sono stati soprattutto il popolarissimo Presidente Luiz Inàcio Lula, finito in carcere, e Dilma Vana Rousseff, subentrata alla presidenza di Lula nel 2010,  ma costretta alle dimissioni nel 2016.

 

Questo clima ha favorito l’ascesa al potere (dopo un intermezzo di Michel Temer) di Jair Bolsonaro, figlio di uno dei militari che negli anni sessanta e settanta hanno contribuito alla nascita della dittatura militare. Uomo dai modi spicci, Bolsonaro incarna un forte sentimento nazionalista e antagonista alla corruzione. Recentemente, però, (parliamo del 7 marzo 2021) inaspettatamente la condanna Lula viene sospesa  dal Tribunale Supremo Federale del Brasile. Per i giudici supremi, ci sono stati gravi vizi procedurali e uno svolgimento del processo non imparziale. Conclusione:  Lula è tornato ad essere eleggibile, avendo riacquistato tutti i diritti politici.

 

Ed ecco che si profila per il 2022, in occasione delle prossime elezioni presidenziali, un duello politico a dir poco incandescente: Lula contro Bolsonaro.  Su queste due candidature il Paese si sta letteralmente spaccando. Anche nell’ambito del webinar di Mediatrends si sono sentite, come c’era da aspettarsi, opinioni molto diverse anche se quasi tutti sono apparsi concordi sull’idea che l’ultima cosa di cui il Brasile ha bisogno è un conflitto e una contrapposizione sociale devastante.

 

Perconcludere aco qualche altra notizia sulle attività di Mediatrenda. Nato dall’iniziativa di alcuni giornalisti, analisti ed esperti, l’Osservatorio si propone di individuare e divulgare gli orientamenti più significativi nel mondo dei media, mettendo a confronto le diverse culture giornalistiche e favorendo la collaborazione e la sinergia tra giornalisti che lavorano in Europa e in America”. Da molti anni a coordinare i lavori è il giornalista peruviano Roberto Montoya mentre fanno parte dell’Osservatorio:  Sergio Mora, giornalista, Antonino Piccione, giornalista, Rossella Miranda, coordinatrice della Fundación Promoción Social a Roma, Manuel Sanchez, vice presidente  dell’ARSS e Andrea Acali, giornalista, Patricia Ynestroza, giornalista. Infine, con Mediatrends collaborano la Fundación Promoción Social (Spagna) e la Agencia Prestomedia (Bruxelles, Lisbona, Madrid).

 

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Videoclip del Movimento Tutela Sociale: La Nuova Era Sociale con traduzione in portoghese.