Due avvenimenti criminali hanno sconvolto negli ultimi anni la vita dei messicani. Il primo riguarda il fenomeno del femminicidio di massa avvenuto a Ciudad Juarez: dal 1993 in poi circa quattrocento donne e ragazze sono state violentate, uccise e sotterrate in questa cittadina confinante con gli Stati Uniti. Il fatto ha avuto una grande risonanza internazionale, grazie anche all’inattività del governo nel prevenire le violenze contro le donne e nell’assicurare i criminali alla giustizia.

 

Il secondo clamoroso episodio è avvenuto recentemente nello Stato di Guerrero: 46 studenti, a seguito di una manifestazione contro il sindaco della cittadina di Iguala, José Luis Abarca, e della sua moglie, Angeles Pineda, sono stati bruciati vivi e poi gettati in una discarica. Sia il sindaco che la moglie sono stati arrestati a Città del Messico, mentre ancora è latitante il responsabile della  sicurezza pubblica locale. Autori della strage sono stati tre sicari dei narcos, appartenenti a una gang che si fa chiamare Guerreros Unidos.

 

Questo strage ha sconvolto l’intero Messico. Ora il Presidente della Repubblica Enrique Pena Nieto, del Partito Rivoluzionario Istituzionale, ha deciso  di voltare decisamente pagina per quanto riguarda la sicurezza e la lotta ai narco trafficanti, presentando al Parlamento una serie di misure drastiche per rinforzare lo Stato di Diritto. Ma in cosa consiste esattamente il piano del Presidente? Lo abbiamo chiesto all’Ambasciatore del Messico a Roma, Miguel Ruiz Cabanas, che è anche presidente dell’IILA, l’Istituto Italo Latino Americano con sede a Roma, nonché un grande esperto in questioni di legalità (in passato ha collaborato con il giudice Borsellino, poi ucciso dalla Mafia).   

 

Ambasciatore, prima che ci illustri il piano del Presidente, che spiegazione ci può dare in merito alle due gravi stragi che hanno infangato negli ultimi vent’anni il Messico?

 

Entrambe sono state terribili anche se di natura completamente diversa. Nel primo caso le vittime sono state le donne emigrate da altre regioni del Paese e che si sono trasferite nelle zone della Ciudad Juarez per lavorare. Erano donne giovani, sole, con qualche risparmio. A determinare questa assurda strage sono stati diversi fattori: un marcato ‘machismo’, il furto, la rabbia e la paura di perdere il posto di lavoro. Infatti, le donne lavoravano come cameriere e gradualmente sostituivano gli uomini nelle maquiladoras (stabilimenti industriali in cui avvengono trasformazioni o assemblaggi di componenti temporaneamente esportati) o in altri settori. Alcune erano anche studentesse, in genere di pelle scura, magre e con capelli neri. Questa terribile storia ha avuto fine quando l’intera popolazione della città si è ribellata. A quel punto stati arrestati numerosi criminali autori di stupro, torture, mutilazioni e omicidi. 

 

E per quanto riguarda, invece, la recente strage degli studenti?

 

Questa è stata proprio opera delle organizzazioni criminali che hanno temuto di perdere il potere. Ovviamente il sindaco e la moglie erano espressioni dirette delle bande criminali, o almeno con esse colluse. Solo la sfrontatezze di credere di essere al di sopra della legge può spiegare un comportamento così barbaro e trucido. L’uccisione di questi poveri studenti ha sconvolto l’intero Paese e il Presidente ha voluto dare una risposta decisa e radicale a queste bande.

 

Parliamo allora dei provvedimenti presentati alla Camera.

 

Sono riassumibili in tutto dieci punti. In estrema sintesi prevedono: 1) la possibilità per il potere centrale di sciogliere i Comuni sospettati di e collusione con la criminalità; 2) la completa riorganizzazione dei poteri e delle competenze penali a livello locale, centrale e federale; 3) la drastica riduzione dei corpi di polizia che da 1.800 passeranno a 32 organizzazioni; 4) l’introduzione di un numero telefonico unico di emergenza in tutto il Paese; 5) l’istituzione di una carta d’identità che in Messico ancora non esiste; 6) la creazione di un’ unità speciale di polizia con l’utilizzo di agenti federali competenti per tutta la cosiddetta ‘Terra Caliente”, che comprende i Comuni di Guerrero e Micoacàn, nonché, su richiesta, per le città ubicate negli Stati di Jalisco e Tamaulipas; 7) un’ampia riforma della giustizia civile; 8) una speciale attenzione ai diritti umani, ai soprusi, alle persone scomparse, alla creazione di banche dati genetiche, ecc.; 9) l’avvio di una ferrea lotta anti corruzione; 10) la creazione di un portale unico in grado di assicurare la massima trasparenza in materia di appalti e forniture pubbliche.

 

Lei, che conosce molto bene la situazione italiana, se la sente di affermare che la strage di Iguala potrebbe sortire in Messico lo stesso effetto che avuto in Italia la strage di Capaci: cioè, un serio ridimensionamento del potere della criminalità organizzata?

 

Direi proprio di sì. Ho l’impressione che questa volta si faccia veramente sul serio. Sono sicuro che le proposte del Presidente verranno approvate presto dal Parlamento anche perché la popolazione messicana lo esige. Certe cose terribili non dovranno mai più succedere. Ma anche la micro criminalità dovrà essere  combattuta senza esitazioni.

  Ambasciatore Miguel Ruiz Cabanas