Mehedi Hasan

 

Con una popolazione che supera i 160 milioni di persone la Repubblica Popolare del Bangladesh (che significa Paese del Bengala) confina oltre che con l’India anche con la Birmania nell’estremo sud. La sua capitale è Dacca. Si tratta di uno dei Paesi più popolati del mondo per densità e che per molti anni è stato anche poverissimo. Da ricordare che mentre la civiltà della regione del Bengala risale a ben 4 mila anni fa, la storia del Bangladesh moderno porta la data del 26 marzo del 1971, quando è diventato indipendente. In precedenza faceva parte del Pakistan che, a sua volta, si era staccato dall’India nel 1947. Per molti anni, infatti, lo Stato del Pakistan é rimasto suddiviso in due territori non confinanti: quello occidentale e quello orientale.  

 

Il Bangladesh è una Repubblica parlamentare e democratica guidata dal primo ministro Sheikh Hasina, mentre il Capo di Stato è una donna, Abdul Hamid. La maggioranza della popolazione è di fede islamica (i cristiani, in prevalenza cattolici, rappresentano circa l’1%) ma esiste un’ampia libertà religiosa. Negli ultimi anni il Paese ha registrato importanti risultati sul piano dell’alfabetizzazione, dell’assistenza sociale, dei diritti delle donne e dello sviluppo economico.

 

Per scambiare qualche opinione sul nuovo Bangladesh abbiamo sentito Mehdi Hassan, uno studente in contabilità e finanza del business, residente nella capitale Dacca (14,5 milioni di abitanti) e che recentemente si è messo in contatto con l’Osservatorio sullo Stato Sociale ( www.facebook.com/osservatoriostatosociale ). Da registrare che in Italia, tra regolari e irregolari, vive la più grande comunità di cittadini del Bangladesh in Europa, circa 150 mila (15 mila solo a Roma).   

 

Come giudica la lotta intrapresa dal Governo alla fame nel Paese?

 

Direi positiva. Nel periodo che va dal 1997 al 2002 la povertà riguardava il 48,9% della popolazione. Oggi siamo intorno al 24,8%. Possiamo dire che il Governo è fortemente impegnato a ridurre il problema della fame. Teniamo, comunque, presente che il Bangladesh è un Paese essenzialmente agricolo. Siamo, ad esempio, il quinto Paese produttore di pesce e l’anno scorso abbiamo esportato riso allo Sri Lanka. Il Governo prevede dei prestiti agevolati nell’agricoltura e ha elaborato una visione Paese orientata fino al 2021. Inoltre, nel Bangladesh si sta rafforzando sempre di più la classe media.

 

E per quanto riguarda il vestiario? 

 

A questo proposito è bene ricordare che il Bangladesh è uno dei maggiori esportatori del mondo di capi di abbigliamento.  Da noi, quindi, non è difficile trovare qualche abbigliamento a un costo bassissimo.

 

Cosa ci può dire invece per quanto riguarda il problema abitativo?

 

So che sono stati assegnati diversi appartamenti alla parte più povera della popolazione. Ci sono poi diversi mutui agevolati erogati dalla banche per l’acquisto di case popolari.

 

Come giudica il sistema sanitario?

 

Oltre a una trentina di Ospedali universitari pubblici abbiamo diversi centri medici dislocati in varie parti del Paese. Per fortuna il costo di una prestazione sanitaria è abbastanza contenuto.

 

Cosa prevede il sistema scolastico?

 

Fino a un certo livello, l’Istruzione è gratuita come anche la distribuzione dei libri scolastici. Abbiamo, poi, molte università pubbliche. Anch’io frequento una di esse: l’Università Nazionale del Bangladesh.

 

Ritiene efficiente il sistema giudiziario?

 

Esiste il patrocinio gratuito per i più poveri. L’intero sistema giudiziario è, comunque, abbastanza complicato e aggravato da una diffusa corruzione. Inoltre, i tempi decisionali sono spesso lunghissimi.

 

Avete una stampa libera?

 

Generalmente si. Naturalmente alcuni organi di stampa fanno riferimento ai singoli partiti politici.