Maurizio Miranda Di Maurizio Miranda

Il nome dell’antica città romana potrebbe essere riportato alla storia come Dripsinum poichè antiche fonti citano che i Dripsinates erano una comunità subalpina, vissuta in questa zona del Nord Italia nelle vicinanze di Arzignano in Provincia di Vicenza. Dopo questa scoperta ci augriamo che le ricerche presso il sito possano andare avanti il più speditamente possibile. Le indagini sono state condotte sotto la regia della Soprintendenza del Veneto, in collaborazione con i dipartimenti di geografia e geologia dell’Università del Kentucky e con l’aiuto, per l’analisi del campioni, degli atenei Ca’ Foscari di Venezia e dell’Insubria di Como.

 

Quindi, con tale evento, si potrebbe imprevedibilmente affacciare alla storia questa “Città di Età Romana”, che potrebbe essere collocata come riferimento nell’omonimo “Registro Europeo delle Città di Età Romana” organizzato e gestito dall’Istituto Mercati Internazionali di Roma. Questo insediamento dal I secolo a. C. al III-IV secolo d.C.  non è mai apparso in alcuna  carta geografica moderna, ma sulle mappe dell’impero romano dovrebbe essere stato ben visibile. La città, in effetti, ebbe dimensioni pari a quelle di metà Pompei.

 

L’insediamento è scaturitio e confermato dalle ricerche archeologiche condotte da Paolo Visonà, originario di Valdagno (Vicenza), e da George Crothers, rispettivamente professori di storia dell’arte e antropologia della School of Art and Visual Studies al College of Fine Arts (Gran Bretagna). Gli strumenti hanno rivelato anche la presenza di grandi strutture circolari sotto le strutture romane del sito. ‘Ci hanno sorpreso’ afferma Visonà., ‘Erano totalmente inaspettate. Il radar ci ha detto che sono molto più profonde di quelle romane, potrebbero quindi essere la prova di capanne di una popolazione indigena preistorica, databili dal Neolitico alla tarda età del bronzo’.

 

In primo luogo la squadra ha confermato la presenza di una strada e pareti che indicano la presenza di edifici romani. A giudicare dai materiali trovati in superficie e durante i lavori agricoli, l’insediamento poteva essere esistito per più di 400 anni, dal I secolo a. C. al III-IV secolo d. C. Le informazioni del manoscritto di riferimento indicarono che l’insediamento era molto esteso. ‘Le informazioni sono state prima contraddittorie avendo riguardato un lungo periodo, alcune sono molto dettagliate, di testimoni oculari che hanno visto la città romana in due diverse occasioni’, spiega Visonà, ‘quando venne in parte alla luce durante le inondazioni del fiume Guà. Ma erano informazioni sparse e mai davvero considerate dagli scienziati’.

 

La ricerca, non invasiva, cioè condotta attraverso un’indagine archeologica senza scavi, è stata effettuata l’estate nella estate del 2012 con strumentazioni quali georadar, radiometri e magnetometri in terreni privati presso la frazione di Tezze, in località Valbruna, ad Arzignano, in provincia di Vicenza. Visonà venne a conoscenza della possibile presenza di un antico insediamento da un agricoltore di Valbruna. Quest’ultimo, Battista Carlotto, mentre lavorava la sua terra aveva scoperto reperti antichi quali ceramiche, mosaici e vetri attribuibili all’epoca imperiale romana. Visonà cominciò così a cercare testimonianze storiche relative a quella zona. E nella biblioteca Bertoliana di Vicenza trovò manoscritti che confermarono il suo sospetto: là sotto doveva esserci qualcosa di molto interessante.

 

In quei manoscritti infatti si legge che nel tardo XVIII secolo testimoni avevano visto i resti della città romana. Perciò non volendo operare con metodi invasivi nei campi di Carlotto, Visonà ha dovuto escogitare un modo per trovare le prove dell’esistenza di quell’insediamento. In suo aiuto è giunto il collega George Crothers, professore associato di antropologia nel Regno Unito: ‘George aveva le basi per fare questo tipo di ricerca’, dice Visonà, ‘con tecniche geofisiche e gli strumenti per scoprire le caratteristiche architettoniche nascoste di questo sito’.

 

Crothers, inoltre, chiarisce che ‘il sito non era stato scavato, e le tecniche geofisiche sono un modo per guardare sotto terra senza disturbare il terreno’. Il team ha utilizzato un magnetometro e un radar per indagare il suolo. Il magnetometro misura le variazioni nell’intensità magnetica del terreno e può rilevare le caratteristiche degli oggetti seppelliti. Il radar emette onde sottoterra che poi vengono riflesse. È stato così possibile creare una mappa di ciò che c’è sotto la superficie.

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NOTE

L’ Istituto Mercati Internazionali (IMI), con sede a Roma, è un’Associazione senza finalità di lucro incentrata sullo studio dei rapporti culturali, economici, archeologici, turistici e sociali che legano ancora oggi i Paesi che hanno fatto parte del mondo romano. Nell’ambito delle sue attività l’IMI organizza convegni, dibattiti, mostre, filmati, viaggi culturali, studi e pubblicazioni. Molti dei documenti, foto e filmati raggruppati negli archivi dell’IMI sono frutto di donazioni dei propri associati. Per maggiori informazioni: Tel. 3393479223 – Fax. 065744836; istitutomercatiinter@libero.it

 

Precedente servizio: 

Aquincum (Budapest): Viaggio tra le città di età Romana (1)

 

Filmati.

Cliccando su www.euronews.org è possibile visionare diversi video sulle ‘Città di età romana’. Si trovano in alto a destra nella Rubrica ‘Video Notizie’ sotto la voce ‘Città di età romana’.

Suggerimenti da e per gli associati IMI.

Notizie utili. L’antica Venetia viene considerato il “giardino del Veneto” particolarmente favorito dalla bellezza e varietà del paesaggio, dalla mitezza del clima e dall’eccezionale presenza di molteplici elementi di grande interesse culturale e turistico. L’influenza e l’autorità di Roma si estese dalla metà del II secolo a.C. Nel 148 a.C. fu costruita la via Postumia che andava da Genua ad Aquileia. Tra il 49 e il 42 a.C. divenne municipiumromanooptimo iure, cioè con pienezza di diritti civili e politici. A questi anni risalgono la ristrutturazione dell’abitato secondo un tracciato urbanistico ad assi relativamente ortogonali, la sostituzione di abitazioni in legno con costruzioni in pietra o laterizio e l’edificazione delle prime mura.

Alberghi.

Dagli associati IMI sono pervenute ottime referenze su questi due alberghi:

Hotel Doge, tre stelle, è situato in posizione centrale a Vicenza, nel quartiere residenziale di San Bortolo, a pochi passi dall’Ospedale Civile e dalle principali bellezze artistiche della città, come il Teatro Olimpico e la Basilica Palladiana.  Via Lamarmora 20 – Vicenza – Telefono:0444 923616

Hotel Mary, tre stelle,è un albergo molto comodo e vicino al centro di Vicenza (a 5 minuti in autobus), nel quare di un quartiere residenziale. La struttura è interamente dotata di aria consizionata. Via Camisano 28 – Vicenza, tel. o4404443oo855.