Stefano Schembri

 

Di Stefano Schembri

Il prossimo 16 – 17 ottobre sta per celebrarsi a New Delhi un grande matrimonio economico tra l’India e i 33 Paesi dell’America Latina e Caraibi. Il fidanzamento, possiamo dire, è stato gestito dalla Federazione indiana delle Camere di commercio e dell’Industria e che dopo un ‘primo incontro’ combinato nel 2012 ora intende portare a frutto le immense possibilità offerte da entrambi i partner. Possibilità che potrebbero coinvolgere, anche a breve termine, altri partner, come l’Unione europea e, in particolare l’Italia che già è presente in numerosi Paesi latino americani e che da qualche anno sta decisamente cercando di rafforzare i rapporti culturali, economici e imprenditoriali con l’India, anche nell’ambito delle piccole medie imprese. Ma torniamo all’incontro America Latina e India.

 

Non v’è dubbio che il subcontinente americano è stata una delle aree che si è difeso meglio nel corso dell’ultima grave crisi economica mondiale. In media i Paesi ALC sono cresciuti del 3,5 – 4%. (negli ultimi dieci anni l’aumento è stato del 25%). Solo nel 2012 gli investimenti esteri sono saliti da 126 miliardi di dollari a 189 miliardi. Verso quest’area l’India ha mostrato un grande interesse, soprattutto verso i Paesi dell’alleanza del Pacifico (Messico, Perù, Cile e Colombia): Paesi con una connotazione fortemente liberale, bassi indici di inflazione e una legislazione incentivante per i commerci e gli investimenti.

 

Per il Ministero del Commercio e dell’Industria Indiano ci sono ottime condizioni per investire (anche nell’estrazione delle materie prime), creare società miste, trasferire tecnologia, costituire società di servizi e incrementare gli scambi commerciali con l’America  Latina. Del resto, l’India già gode di un accordo commerciale preferenziale con il Mercosur (il mercato comune che raggruppa Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela) nonché dello Status di Osservatore’ nell’ambito della Nuova alleanza del Pacifico.

 

Per quanto riguarda l’Italia, vale la pena di ricordare che il 2011 fu definito dalla Confindustria  l’anno dell’India. Infatti, una serie di missioni governative e imprenditoriali avevano creato le premesse per incrementare notevolmente gli scambi commerciali tra i due Paesi, con l’intento di  portarli entro il 2015 a 15 miliardi euro.  Purtroppo, sui tradizionali rapporti di amicizia tra i due Paesi è calata nel 2012 la scure del caso Marò, cioè, dei due fucilieri di marina italiani accusati di aver ucciso due pescatori imbarcati su un peschereccio indiano scambiato per un battello dedito alla pirateria. Caso che, incredibilmente, ancora non è stato risolto ma che praticamente ha bloccato i rapporti politici e ostacolato quelli economici.

 

Oggi India e America Latina stanno creando insieme un nuovo polo di attrazione economica. Un polo aperto alla collaborazione di altri partner come l’Italia che in diversi settori produttivi, come l’agro alimentare, macchinario agricolo, design, ecc, potrebbe perfettamente trovare il suo spazio collaborando contemporaneamente con le imprese indiane e latino americane. Sarebbe, infatti, un vero peccato se perdessimo questo treno che tra i suoi vagoni di testa ha sicuramente la Federazione indiana delle camere di commercio e industrie insieme allo spirito d’iniziativa di molti imprenditori indiani, latino americani e, speriamo, italiani.